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Domenica, 28 Aprile 2024
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Violenza contro i camici bianchi: tra Modena e Sassuolo più di trecento episodi solo nel 2023

Sono stati 328 gli episodi di violenza registrati da Ausl, AOU e Ospedale di Sassuolo sulla piattaforma SegnalER. Il dato è stato portato alla luce nella Giornata di prevenzione contro la violenza sugli operatori santiari e sociosanitari

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Nel 2023 tra Ausl, Azienda ospedaliero universitaria di Modena e Ospedale di Sassuolo sono stati 328 gli episodi di violenza registrati su SegnalER, la piattaforma applicativa relativa alle segnalazioni per la sicurezza delle strutture sanitarie nella Regione Emilia-Romagna. Un dato allarmante che è stato portato alla luce nella Giornata di prevenzione contro la violenza sugli operatori santiari e sociosanitari e che ha visto, uniti in Piazza Grande, i tre direttori generali delle aziende sanitarie modenesi: Anna Maria Petrini, Claudio Vagnini e Stefano Reggiani. Con loro anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, in veste di Presidente della Conferenza sociale e sanitaria della Provincia di Modena, i Direttori sanitari di Ausl, Aou e Sassuolo Romana Bacchi, Ottavio Nicastro, Silvio Di Tella e i rappresentanti degli Ordini professionali. 

VIDEO | Aggressioni verbali e non ai sanitari: "Inaccettabile, necessario educare i cittadini al dialogo"

I dati

Tornando alle segnalazioni- che, va sottolineato, sono volontarie - sono così suddivise: 191 nelle diverse strutture Ausl, 114 nell'azienda ospealiero universitaria e 23 all’Ospedale di Sassuolo e per il 90% sono ad opera di utenti o parenti/caregiver.  Degli episodi Ausl, il 20% riguarda i servizi di emergenza (Pronto Soccorso e 118), il 28% i servizi di Salute mentale, il 52% altri servizi in cui si ritrovano in particolare gli Ambulatori territoriali (19%). Degli episodi all'Azienda ospedaliera universitaria, il 54% riguarda i pronti soccorsi e il 46% le aree di degenza, che sono anche i due ambiti cui si riferisce la quasi totalità delle segnalazioni di Sassuolo. Per quanto riguarda sempre l’Azienda ospedaliera universitaria, oltre al dato registrato su SegnalER, sono presenti le segnalazioni che risultano dai verbali del Servizio di vigilanza che, per il 2023, sono ulteriori 85 portando il totale a 199.  La quasi totalità delle segnalazioni delle due aziende, 78% per Ausl e 77% per Aou, riguarda aggressioni di tipo verbale o contro la proprietà (strutture o cose); solo in una parte residuale vi è stata anche aggressione fisica. Afferenti ad aggressioni verbali sono anche i 23 casi di Sassuolo. "Un dato sottostimato che è solo la spia di una situazione molto più complessa dove l'abitudine ai maltrattamenti, soprattutto verbali, desensibilizza gli operatori - ha specificato Reggiani, presente anche in quanto Consigliere tesoriere dell'Ordine dei Medici -. Fortunatamente stiamo assistendo a una inversione di tendenza". 

Le azioni in campo

I tre direttori generali si sono trovati d'accordo sul fatto che consapevolezza ed educazione sono l'obiettivo a lungo termine a cui tendere contro questa forma di violenza: "Non abbiamo pubblicizzato abbastanza quello che è stato il lavoro straordinario fatto dalla sanità pubblica nei nostri decenni - ha commentato Vagnini -. Se avessimo fatto capire ai ragazzi l’importanza di un sistema che opera per garantire la salute in maniera universalistica, cioè per tutti nella stessa maniera, probabilmente non saremmo qui".

Educazione per la cittadinanza ma anche per gli operatori sociosanitari: sono diverse infatti le iniziative messe in campo per aumentare la loro sensibilità – compresi i corsi di formazione sull’inserimento delle segnalazioni stesse nel nuovo sistema SegnalER – volte a incrementare l’importanza di riportare ogni episodio di aggressione affinché possa essere censito e gestito nell’ambito dei percorsi di tutela e supporto dei lavoratori previsti dalle aziende. 

Per quanto riguarda l’Azienda USL di Modena, nel 2023 si è lavorato in particolare sugli aspetti tecnologici per la prevenzione delle aggressioni e l’aumento del livello di sicurezza, con la verifica tramite mappatura e la successiva programmazione dell’installazione di sistemi di videosorveglianza, dispositivi di chiamata d’emergenza, impianti anti intrusione, servizi di vigilanza, concentrandosi in particolare sui servizi di Pronto Soccorso, Salute Mentale, Continuità Assistenziale. 

È stato inoltre realizzato un progetto pilota, promosso e guidato da un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, che prevede la dotazione di un dispositivo cosiddetto di “uomo a terra”, per l’attivazione di un pronto intervento in caso di aggressione, infortunio o malore di un operatore che si trovi a svolgere la propria attività lavorativa all’interno di una struttura in condizioni di isolamento. Il sistema, attivato per ora nel laboratorio di Pavullo, prevede l’invio di una chiamata di richiesta di intervento nel momento in cui si preme un pulsante sul dispositivo o il dispositivo si reclina per un certo intervallo di tempo.

L'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena per garantire una maggiore sicurezza per operatori e cittadini all'interno del PS del Policlinico ha trasferito la sede del Servizio di vigilanza all’ingresso della struttura. Inoltre, i monitor presenti nelle sale di attesa trasmettono, oltre a video relativi a messaggi in materia di prevenzione e contrasto a ogni tipo di comportamento violento o aggressivo, anche contenuti che raccontano il funzionamento del Pronto Soccorso con l’obiettivo di far comprendere ai cittadini in attesa cosa accade oltre le porte del triage e quindi favorire la loro consapevolezza del grande lavoro svolto quotidianamente dagli operatori. Anche al Policlinico, inoltre, è stato adottato nel 2023 il “dispositivo con funzionalità uomo a terra” nel laboratorio di Virologia, in cui l’operatore lavora, in alcune fasce orarie, in solitudine.

AUSL e AOU hanno rafforzato le collaborazioni con le Forze dell'ordine per garantire un intervento tempestivo in caso di evento di aggressione registrato nei PS e in generale nelle strutture sanitarie sul territorio; proseguono i gruppi di ascolto rivolti alle equipe che lavorano nelle aree critiche, i corsi di formazione per il personale sanitario e socio-sanitario sulle strategie di prevenzione e gestione delle aggressioni e degli atti di violenza, verbale e non, sulla “cura della relazione” e su tutti i temi volti a diffondere una cultura di contrasto ad ogni atto di violenza e di potenziamento della relazione positiva. Non ultimo, le aziende offrono attivamente un supporto psicologico come ausilio a chi è vittima di aggressione nell’auspicio di aiutarlo a superare lo stress del trauma vissuto. 

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