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Attualità Via Jacopo Berengario

Flash mob per la città 30 e per dire "Stop al Nuovo Codice della Strage"

Presidio degli attivisti di Modena30 ieri in via Berengario, per sensibilizzare i passanti sul tema della sicurezza stradale e della riforma del codice della strada che le associazioni contestano

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Prosegue la mobilitazione del comitato Modena30 sul fronte della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale. Ieri pomeriggio gli attivisti di diverse associazioni - Fiab, ISDE, Legambiente, Ciclofficina Popolare, Genitori ECOattivi e le associazioni di ARIA - hanno dato vista ad un presidio in via Berengario, di fronte all'ingresso del Foro Boario, con un flash mob per sensibilizzare i cittadini sui temi cari al movimento che si batte non solo per l'abbassamento dei limiti di velocità, ma soprattutto per un nuovo concetto di mobilità urbana.

L'occasione puntava anche a rivendicare il giudizio negativo sulla revisione del Codice della Strada proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento. “Stop al Nuovo Codice della Strage" è infatti lo slogan scelto a livello nazionale dalla piattaforma #Città30Subito cui aderiscono anche le associazioni modenesi.

"La richiesta è una: città vivibili e strade sicure, la sicurezza stradale ha un’altra direzione. Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico. Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna", sottolineano gli attivisti.

Per quanto riguarda le nuove norme nazionali, Modena30 evidenzia: "Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti. Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro Salvini. La riforma viene proposta "per salvare vite in strada", ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030".

"La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole - attaccano gli attivisti - Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione".

Il flash mob in via Berengario-2sicure

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