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Dialogo tra Comune e Demanio per un Piano per i grandi immobili pubblici vuoti

Approvato dalla giunta l’Accordo da sottoscrivere con Demanio e ministero della Cultura: da San Pietro al Principe Foresto, fino a caserma Setti ed ex carcere di Saliceta

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Definire un “Piano città” degli immobili pubblici di competenza dell’Agenzia del Demanio e di interesse culturale per valorizzarli individuandone le destinazioni ottimali alla luce di opportunità e indicazioni offerte dal nuovo Pug, il Piano urbanistico generale.

È l’obiettivo di un Accordo per l’attuazione di iniziative di razionalizzazione, valorizzazione, riqualificazione e rigenerazione relative al patrimonio immobiliare pubblico nel comune di Modena che, nell’ambito della collaborazione istituzionale, si intende sottoscrivere tra Demanio, ministero della Cultura e Comune.

La Giunta comunale su proposta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha approvato venerdì 8 marzo il provvedimento che, sulla base dei confronti avvenuti in queste settimane, individua un primo “portafoglio” di immobili: dall’ex carcere di Saliceta San Giuliano, dove si supera l’ipotesi di trasferimento della Questura, al palazzo del Principe Foresto sede della Prefettura; da Palazzo Coccapani (rimane l’Accademia mentre i Carabinieri Forestali avranno la sede dove si trovava la Croce rossa) all’ex convento di San Pietro, destinato a diventare un polo culturale della città; fino all’ex Caserma Setti (una Cittadella dei servizi con uffici e laboratori dell’Asl e altre strutture) e alla Manifattura Tabacchi per la quale si conferma la destinazione a ospitare gli uffici giudiziari.

Il patrimonio immobiliare del settore pubblico - è specificato nella delibera - “rappresenta un valore sociale ed economico di fondamentale importanza per il Paese che, attraverso l’avvio di concrete iniziative di valorizzazione razionalizzazione e dismissione, può costituire un fattore di crescita per l’economia, in particolare tenuto conto della criticità dell’attuale congiuntura”, soprattutto se ciò avviene attraverso un’attività di concertazione istituzionale per individuare le destinazioni ottimali e rispondere ai bisogni del territorio. Con l’Accordo ci si impegna anche istituire un tavolo tecnico per definire i piani operativi, monitorare lo stato di avanzamento delle attività e individuare ulteriori beni da inserire nel “portafoglio” immobiliare.

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