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Sistema informatico inadeguato, scatta lo sciopero degli avvocati penalisti

Astensione da ogni attività giudiziaria dal 29 al 31 marzo: "Seppure la digitalizzazione del processo è riforma da salutare favorevolmente, il sistema attuale comprime gravemente i diritti dei cittadini e le facoltà dei difensori"

La Camera Penale di Modena Carl'Alberto Perroux aderisce alla protesta dell'Unione delle Camere Penali Italiane contro quella che gli avvocati definiscono "compressione dei diritti difesa, recentemente causata dall'utilizzo di un malfunzionante sistema informatico per il deposito degli atti". I professionisti si asterrannno dalle udienze per tre giorni, da oggi al 31 marzo.

"La pandemia in atto ha messo ancora in evidenza l'inadeguatezzastrutturale del sistema giustizia, tecnologicamente arretrato e affidato a politiche miopi che, sino ad oggi, non erano state in grado di costruire un serio percorso di sfruttamento degli strumenti informatici a servizio del processo penale - attacca l'avvocatura penale modenese - Nonostante l'impegno dell'avvocatura e delle autorità giudiziarie locali per favorire l'accesso digitale ai fascicoli ed il deposito a distanza degli atti, infatti, la recente introduzione da parte del Ministero della Giustizia del deposito obbligatorio degli atti attraverso un applicativo informatico ha messo a repentaglio, comprimendolo, il corretto esercizio delle facoltà difensive. Il sistema informatico è nato già vecchio, non è stato pensato secondo logiche di praticità e risulta inadeguato sotto il profilo tecnico. Gli Avvocati non possono agevolmente accreditarsi al sistema e ciò mette a repentaglio il rispetto dei termini processuali, i Pubblici Ministeri non hanno tempestiva contezza delle iniziative della difesa. Il deposito nel portale non è corredato da idonea certificazione comprovante l’esito positivo delle operazioni. Spesso, intervenuto il deposito della nomina, è comunque impossibile accedere ai fascicoli. Il sistema, peraltro, troppo spesso risulta bloccato e del tutto inaccessibile".

I penalisti avevano proposto di ricorrere anche al deposito nelle forme tradizionali fino al raggiungimento della completa efficienza del sistema in tutto il territorio nazionale. "L’impossibilità di accedere – in assenza di puntuali e specifici accordi locali – anche alle modalità tradizionali di deposito e accesso ai fascicoli, in presenza di un evidente malfunzionamento dei portali, sta dunque determinando una grave lesione dei diritti dei cittadini sottoposti a procedimento penale e delle persone offese che non vedono garantita la loro rappresentanza e la loro difesa tecnica. Il quadro è aggravato dall'adozione di provvedimenti disomogenei sul territorio nazionale".

Per questi motivi i penalisti modenesi – ferma restando la piena disponibilità a collaborare per l'efficienza del sistema e l'adozione delle misure più idonee – aderiscono alla iniziativa di protesta nazionale, con l'auspicio che si possano ripristinare normali condizioni di esercizio delle proprie funzioni, per il supremo interesse dei cittadini.

(Il consiglio direttivo della Camera Penale di Modena Carl'Alberto Perroux)

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