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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Alluvione, gli ambientalisti presentano un esposto per disastro ambientale

I gruppi ambientalisti confezionano un esposto alla Procura, chiedendo di identificare i responsabili dell'alluvione dello scorso gennaio. Emilio Salemme critico verso le istituzioni: "Nel 2010 avevano firmato un documento per la salvaguardia del territorio"

Resta alta l'attenzione sull'accertamento di cause e responsabilità dell'alluvione modenese che, passata la fase emergenziale, ha fatto girare i riflettori verso le sedi istituzionali. Dopo la diatriba tra Aipo e Regione Emilia-Romagna della settimana scorsa, con un bizzarro e poco edificante rimpallo di velate accuse, questa volta sono le associazioni ambientaliste del comune di Modena ad entrare a gamba tesa nel tema, attraverso l'annuncio di un esposto alla Procura. Come ha infatti spiegato il presidente della Consulta Emilio Salemme ai microfoni di Radio Bruno, Wwf, Legambiente, Lac, Italia Nostra e altri gruppi hanno deciso di presentare un esposto per disastro ambientale.

"Si tratta di un'iniziativa migliore rispetto alle precedenti – spiega Salemme - perchè più specificata relativamente alle mancate certificazioni delle casse di espansione e delle arginature dei fiumi Secchia e Panaro, che sono corridoi ecologici primari all'interno dell'ecosistema fluviale provinciale, definiti così da parte della Regione per l'obbligatorietà di assunzione delle due direttive europee per le zone di protezione speciale ed i siti di interesse comunitario”.

A noi interessa da un lato salvaguardare le popolazioni alluvionate, affinchè abbiano al più presto il risarcimento per i danni subiti – continua Salemme intervistato dal network carpigiano – ma anche sottolineare che c'è un danno alla fauna ittica e alla microfauna, nonché un danno dovuto all'inquinamento, sia quello dei fiumi sia quello dei territori inondati”.

In merito alla posizione di Aipo, il Presidente della Consulta comunale spiega con franchezza: “Aipo è parte di un'organizzazione che fa a capo alla Regione dopo l'istituzione dell'Autorità di bacino: c'è Aipo, ma ci sono anche i Consorzi di Bonifica oppure, come nel caso del Secchia, c'è anche la Riserva delle casse di espansione. Per questo il magistrato dovrà poi valutare le responsabilità in base a quello che prevede il codice penale. Non abbiamo in questo caso molti articoli che possono permetter al giudice di fare un'indagine, però in caso di inondazione per cattiva manutenzione dell'argine o per omissione di manutenzione, i margini per fare un'investigazione e definire le responsabilità ci sono sicuramente”.

Infine una stoccata alle istituzioni locali, con un richiamo implicito ad un'assunzione di responsabilità: “Voglio ricordare un documento dell'ottobre 2010 firmato dall'assessore Gazzolo, dal Presidente dell'Autorità di Bacino e dal Presidente della Provincia Emilio Sabattini nel quale – conclude Salemme - si impegnavano a verificare il sistema idrogeologico, manutenzionarlo e quindi salvare tutto quanto, sia le popolazioni che gli ecosistemi fluviali”.

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