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Alluvione, direttore Aipo si difende e tira per la giacca la Regione

L'Assemblea Regionale ha incontrato oggi Luigi Fortunato per una relazione sull'alluvione modenese. "Controlli diffusi e regolari. Non ottimali ma competenti". Poi scagiona le nutrie e e sottolinea: "Non abbiamo autonomia finanziaria e i fondi sono pochi"

“La rete idrografica del Po si trova in una situazione in cui esiste un controllo diffuso e regolare. Non ottimale, ma sostanzialmente competente”. Questa la summa del pensiero di Luigi Fortunato, direttore di Aipo, che si è espresso pubblicamente nell'attesa audizione presso la Commissione consiliare Territorio e ambiente della Regione, ovviamente riguardo l'alluvione modenese dello scorso gennaio. Per Fortunato, che sottolinea di avere 35 anni di esperienza in materia in quanto ingegnere idraulico, è grande “la competenza trovata presso il Magistrato per il Po, nonostante le condizioni pesanti di lavoro”, per le difficoltà registrate, dalla scarsità delle risorse, al personale, “che rendono l'attività tecnica più difficile di quanto non sia”.

Rispondendo alle sollecitazioni di consiglieri e assessori, Fortunato ha usato toni pacati, ma ha messo in chiaro alcune cose, specificando innanzitutto le competenze e il ruolo degli enti nella gestione delle risorse economiche. “Aipo non ha autonomia di bilancio – ha spiegato – e non può disporre autonomamente di fondi per interventi strutturali, se non in occasioni particolari. La Regione incassa i soldi per il demanio idrico, potrebbero essere riutilizzati, ma politicamente sceglie di utilizzarli in parte, allocarne altri... sono scelte”. Un velato attacco dunque alla gestione dei fondi pubblici da parte di via Aldo Moro, ma anche dello Stato centrale. “Anche la politica nazionale fa delle scelte, secondo cui è meglio la sanità, sono meglio le autostrade, io non lo so - prosegue Fortunato - ma l'effetto è questo, che sulla manutenzione del suolo si spende poco”.

Perchè 18 milioni per manutenere 3.800 chilometri di reticolo argini all'anno sono effettivamente pochi. Per Fortunato infatti, “tutti noi paghiamo il canone Rai per avere in casa una scatola di metallo e se versassimo per la sicurezza gli stessi soldi saremmo a posto”. Invece "come sempre dopo che si e'' rotto l''argine si va in cerca del colpevole, in fondo alla catena alimentare sta quello più povero - prosegue il direttore riferendosi all'Agenzia - ma noi facciamo i lavori secondo le norme previste dal codice dei contratti pubblici”.

Nei passaggi successivi il direttore di Aipo affronta anche il tema del dialogo con i cittadini e le Amministrazioni, spesso additato come insufficiente dalle controparti: “Con i sindaci dell'area modenese? Almeno un paio di riunioni pubbliche serali, almeno tre incontri con i sindaci della bassa e con Modena rapporti costanti. Rapporti che possono essere migliori? Sì, se prendete due direttori... Chi mi conosce sa che non mi nego a nessuno - conclude Fortunato - se poi gli incontri possano non essere ritenuti soddisfacenti è un'altra questione”.

Infine anche un atto di clemenza verso le nutrie, scagionate dalle responsabilità del cedimento dell'argine di San Matteo: “Pur constatando un aumento preoccupante di scavernamenti nei corpi arginali per lo più collegata alla presenza di una serie di animali, non esiste però la prova che l'evento del 19 gennaio sia legato a questo”. (DIRE)

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