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Cronaca Via Divisione Acqui / Via Divisione Acqui, 81

Spesa a Portobello, l'emporio sociale raggiunge 800 clienti

Il Comune ha segnalato 215 famiglie con i requisiti per accedere, ma per ampliare il numero di utilizzatori occorrono nuove donazioni di prodotti, che faticano ad arrivare. Iniziano a palesarsi i primi problemi di sostenibilità

Lo scorso 29 giugno aveva aperto le porte ufficialmente Portobello, il primo supermarket sociale gestito in collaborazione tra Comune e d il Centro servizi per il Volontariato. Un evento che aveva attirato su di sé grandi attenzioni, per la natura innovativa di questo strumento pensato per le famiglie colpite duramente dalla crisi. Oggi, a quasi un mese e mezzo di distanza dall'inaugurazione, l’assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena Francesca Maletti fa il punto della situazione sull'andamento del piccolo centro commerciale di via Divisione Acqui.

Sono 215 i nuclei familiari in possesso dei requisiti segnalati dal Comune di Modena per l’accesso a Portobello, per un totale di 841 persone. Di questi, 131 famiglie sono in difficoltà a causa della crisi, presentano cioè una condizione di povertà dovuta alla perdita di lavoro o a una situazione di cassintegrazione, mobilità, solidarietà, disoccupazione o riduzione di reddito .Delle 215 famiglie che accedono, oltre la metà sono di nazionalità italiana, mentre in 38 sono di nazionalità marocchina, la seconda per numero di presenze. In 59 casi si tratta di famiglie decisamente numerose, cioè con un numero di componenti variabile da sei a dieci, 19 sono famiglie monogenitoriali, in 32 nuclei sono presenti situazioni di handicap certificate e 12 presentano componenti con il solo reddito da pensione.

Un pubblico di consumatori eterogeneo, che continua ad aumentare creando anche qualche grattacapo ai gestori, in particolar modo riguardo l'approvvigionamento di prodotti, che avviene sulla base di donazioni. “Nelle prossime settimane continueremo a raccogliere le domande e a valutare il possesso dei requisiti, ma prima di inviare a Portobello nuove famiglie dovremo attendere che le scorte alimentari aumentino, in quanto la merce attualmente a disposizione non consente più di aggiungere nuovi ‘clienti’. Per questa ragione – spiega proprio l'assessore Maletti – lancio un appello ai gestori commerciali della grande e piccola distribuzione, oltre che ai cittadini modenesi, affinché contribuiscano attraverso donazioni di generi alimentari e non, o di denaro, al sostentamento di questo importante progetto che è, tra l’altro, spesso oggetto di visita da parte di delegazioni di enti pubblici e associazioni, che vengono a studiare il modello Modena”.

Portobello vive grazie al coordinamento di una rete di 23 enti promotori appartenenti al mondo del volontariato e 30 partner del mondo delle istituzioni, delle imprese e dell’associazionismo, in stretta collaborazione con i Servizi sociali del Comune. All’emporio sociale il prezzo dei prodotti esposti è in punti e le famiglie ammesse possono fare la spesa gratuitamente attraverso il tesserino sanitario o il codice fiscale. Ad ogni nucleo viene mensilmente assegnato un punteggio proporzionato al numero di componenti, che diminuisce dopo ogni spesa a seconda della merce acquistata. Gli acquirenti si impegnano per contro a dedicare il loro tempo al volontariato, anche lavorando gratuitamente all'interno dello stesso negozio.

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