rotate-mobile
Cronaca

Alcol e minori, i danni della cultura binge drinking tra i giovani

Il target più numeroso di consumatori d'alcol è oggi quello degli under 24. Le bevande alcoliche fino ai 21 anni sono metabolizzate bene dal corpo e questo va in contrasto con la nascente e dannosa cultura del binge drinking

Non c'è dubbio, rispetto a pochi anni fa, il target che più consuma alcol è quello dei giovanissimi, tra cui un numero di minorenni in preoccupante aumento. Per questo la campagna di sensibilizzazione contro l'uso dell'alcol è stata indirizzata agli under 18. Da Milano e dal nord Europa il binge drinking è diventato un'usanza diffusa anche tra i giovani modenesi, si tratta dell'assunzione di bevande superalcoliche in un lasso di tempo limitato. "Il corpo umano fino alla sua piena maturazione - ha spiegato il dott. Claudio Annovi, responsabile progetto Alcol dell'Azienda Usl di Modena - cioè fino ai 20-21 anni, non è in grado di metabolizzare l'alcol in maniera efficace, per effetto della mancanza di enzimi", ricordando che dal 2013 è illegale servire bevande alcoliche agli under 18. 

Il Servizio Sanitario scatta una fotografia preoccupante della nostra provincia. L'iniziazione all'alcol avviene tra gli 11 e 12 anni, mentre la regolarità di assunzione è per il 10% delle ragazze e il 12,4% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni. Comportamenti di binge drinking si manifestano dai 16 anni, rappresentando il 6,3% della popolazione con almeno 11 anni, sottolineando che i più precoci e i più a rischio sono i maschi. La diffusione di alcol più ampia è nei giovani appena maggiorenni (18-24 anni) di cui il 54% assume più o meno regolarmente nel weekend bevande alcoliche. Le conseguenze negative sono evidenti nei 1.375 casi esaminati dall'Usl di Modena, con 255 nuovi casi rispetto all'anno precedente. 

"Sono gli adolescenti quelli più a rischio e per questo abbiamo creato strutture che vengano loro incontro - ha ricordato Federica Ronchetti, referente Centri Adolescenza Ausl Modena - si tratta dei Centri Adolescenza, dove accogliamo ragazzi sia con dubbi sulle conseguenze dell'alcol, sia di chi ritiene di abusarne e sentire fisicamente conseguenze negative. In collaborazione anche con Spazio Giovani, dove ci sono molte ragazze che vengono a chiederci aiuto dato che nel weekend abusano di alcol e sono meno restie a comportamenti sessuali promiscui". 

Per riuscire a sensibilizzare i giovani servono altri giovani. E' questo il concetto chiave del Gruppo PIR, cioè studenti degli ultimi anni che educano i loro compagni di scuola più giovani ai pericoli dell'alcol. Negli ultimi anni i volontari del Gruppo sono aumentati del 40% nel 2013 rispetto all'anno precedente, superando le 500 unità nel 2014. Questa è una delle politiche contro l'alcol messe in campo dal Comune, come sottolinea l'assessore alle politiche giovanili, Giulio Guerzoni: "Nel centro giovanili si fanno ricerche affinché gli enti pubblici educhino i giovani andando controcorrente. Basti pensare che nei luoghi di divertimento pubblici non si distribuisce alcol". 

"Il problema dell'alcol deve essere affrontato in maniera adeguata -  prosegue Guerzoni - se lo trattiamo come un'emergenza andremmo incontro ad un fallimento. Deve essere considerato come un problema culturale, la cui soluzione si trova in un'educazione culturale dei giovani. Queste però non bastano, perché la politica deve intervenire alzando i prezzi e diminuendo le possibilità di accesso alle bevande alcoliche per i minorenni". Alla domanda: cosa ne pensa del sistema nord europeo che prevede taxi già pagati nel biglietto d'entrata nelle discoteche, Guerzoni spiega: "Il taxi è importante, ma non risolve il problema. Se mettessimo la regola del taxi significa che abbiamo fallito le politiche contro l'abuso di alcol". 

Al centro del dibattito, infatti, non c'è tanto il consumo dell'alcol, quanto il suo abuso. A sottolineare questo aspetto è il dott. Annovi che racconta: "Oggi in Italia stiamo vedendo un radicale cambiamento della cultura delle bevande alcoliche. Il bere mediterraneo, e cioè come accompagnamento al cibo sottoforma di vino e di cultura del vino è un bene prezioso per la nostra terra. Non dobbiamo, infatti, confondere il piacere del vino a tavola con il binge drinking, dove l'unico obiettivo è superare la soglia di sopportazione corporea dell'alcol. I punti centrali sono il tasso di alcol e l'età di iniziazione, che deve essere ritardata il più possibile". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alcol e minori, i danni della cultura binge drinking tra i giovani

ModenaToday è in caricamento