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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Riciclaggio, evasione e ristori covid illeciti, sequestrati beni per 4 milioni

Punto di svolta, attraverso il sequestro preventivo, per l'indagine che vede coinvolte 13 persone in una complessa operazione i riciclaggio attraverso società "fantoccio". Nei guai un imprenditore attivo tra Modena e Ferrara e un commercialista

Su delega della Procura della Repubblica di Ferrara, questa mattina i nuclei della Guardia di Finanza di Modena e Ferrara hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni e conti correnti per circa quattro milioni di euro. Tredici le persone complessivamente indagate a vario titolo, tra imprenditori, prestanome ed un dottore commercialista ed esperto contabile, per omessi versamenti di Iva e di ritenute, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio ed auto riciclaggio.

Tutto è nato dalel segnalazioni per una serie di operazioni sospette portate avanti un imprenditore di origini siciliane, già residente ad Argenta (FE), amministratore di alcune società operanti nel settore del facchinaggio e trasporto merci, aventi inizialmente l’operatività nella provincia ferrarese. A seguito di accertamenti delle Fiamme Gialle, l'uomo aveva trasferito il proprio centro degli affari nella provincia di Modena, creando nuove società unipersonali, quasi tutte con sede formalmente dichiarata presso uno studio contabile modenese gestito da un commercialista. Le quote e cariche sociali di queste società erano state intestate a “prestanome”, quasi tutti di origine straniera, attuando la strategia della messa in liquidazione volontaria delle stesse società, attraverso la predisposizione di atti societari falsi, in modo tale da far venir meno la garanzia patrimoniale.

Le indagini hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un’associazione a delinquere composta da un commercialista, l'imprenditore e altre due persone a lui vicine. L'obiettivo primario erano il riciclaggio di denaro e le truffe ai danni dello Stato. A tale scopo sono state utilizzate numerose società anche di diritto straniero, spesso con analoga denominazione ma differente partita IVA, formalmente riconducibili a meri prestanome.

Inoltre, approfittando delle misure economiche finanziarie adottate dallo Stato per fronteggiare la pandemia, le società coinvolte negli accertamenti della Guardia di Finanza avrebbero illecitamente percepito contributi a fondo perduto sia finanziamenti agevolati e garantiti dallo Stato, per oltre 115.000 euro.

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