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Cronaca Zona Industriale / Strada Attiraglio

Tra vedette e vie di fuga "sicure", l'asse dello spaccio sul cavalcavia Mazzoni

Dinamiche ormai ben note alle forze dell'ordine quelle che regolano l'attività dei pusher nella zona a cavallo del cavalcavia Mazzoni, tra stazione ed RNord, dove l'organizzazione dello spaccio è scientifica

Esiste un "asse" alle porte del centro di Modena in cui lo spaccio di droga è una costante da ormai molti anni, ma che negli ultimi tempi ha assunto dinamiche nuove e per certi versi sempre più scientifiche. Si tratta di quella parte di città compresa tra viale Crispi, il condominio RNord e la parte iniziale di viale Gramsci: una linea ideale ma anche materiale, corrispondente al cavalcaferrovia Mazzoni, che muove ogni notte grandi interessi legati al commercio al dettaglio di stupefacenti. E non solo la notte. Non è certo un mistero e non lo è da tanto tempo - basti pensare alla nomea di Hotel Eroina che il complesso di via Attiraglio fatica a levarsi di dosso - anche se i modi e i volti sono cambiati nel corso degli anni, adeguandosi ad una "piazza" dove mutano, senza calare, le esigenze di domanda e offerta.

Il cambiamento degli ultimi anni è coinciso con una profonda mutazione della "geografia" dello spaccio, vale a dire con la progressiva uscita di scena dei pusher di origine nordafricana che prima agivano in quella zona (e nel vicino parco XXII Aprile), progressivamente sostituiti dagli immigrati di origine centraficana, con una predominanza non casuale di cittadini nigeriani. E' infatti la criminalità nigeriana ad aver neppure troppo lentamente monopolizzato questo settore illecito, forte del controllo sull'approvvigionamento di sostanze di diverso tipo, dalla marijuana alle metanfetamine.

Insieme alla nuova "governance" del mercato, i pusher hanno saputo darsi un'organizzazione più formale e strutturata, le cui fila sono purtroppo rimpolpate anche da diversi richiedenti asilo ospitati in città. Spacciatori e sostanze si muovono spesso lungo il cavalcavia: da viale Crispi o via dell'Abate, luoghi di ritrovo presso i negozi etnici e già teatro di episodi violenti - non ultimo l'omicidio di un 32enne nigeriano a seguito di una lite - il flusso si sposta oltre il ponte, verso via attiraglio e verso la parte iniziale di viale Gramsci, sulle panchine accanto alla Farmacia Comunale.

In viale Gramsci insieme al collega aggredito dagli spacciatori - IL VIDEO

Spostarsi sopra il cavalcaferrovia Mazzoni offre un indubbio vantaggio strategico, dal momento che le scale che discendono dal ponte concedono quattro diverse direttrici di fuga pedonale lungo percorsi che invece sono difficilmente raggiungibili dalle auto delle forze dell'ordine, se non in tempi molto più lunghi rispetto a quelli di un pedone.

Prima di incontrare i clienti che raggiungono in auto o a piedi la zona, gli spacciatori sono diventati sempre più cauti e hanno quindi istituito un servizio di vedette, persone che presidiano gli assi stradali e informano tempestivamente i pusher dell'eventuale presenza di pattuglie delle forze dell'ordine. I professionisti di questo settore hanno imparato la necessità di muoversi trasportando la minima quantità indispensabile di droga, in modo da rientrare nei parametri concessi dalla legge in caso venissero fermati e perquisiti. Le sostanze vengono quindi spostate e depositate in nascondigli come siepi o arredi urbani per poi essere consegnati al momento opportuno minimizzando il rischio.

Gli ultimi dodici mesi hanno visto senza alcun dubbio un impegno massimo e costante da parte delle forze dell'ordine nel contrasto alle attività illecite in questo quadrante di città: nei mesi estivi non passava giorno senza un arresto o una denuncia, con il sequestro di ingenti quantità di droga e un presidio che ha certamente scoraggiato molti malviventi. Tuttavia non è pensabile, nè sostenibile, garantire una presenza "militare" 24 ore su 24  - paradossalmente esiste un ufficio della Polizia Municipale proprio dentro al condominio RNord - e così la criminalità sta sfruttando ogni singolo momento per agire fra le maglie dei controlli, i quali non sono per altro sostenuti da misure normative sufficienti.

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