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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Liberalizzazioni e commercio, sciopero provinciale per il primo novembre

La denuncia dei sindacati del commercio: "L'occupazione si riduce, i prezzi aumentano, la concorrenza cala e molte imprese della Grande distribuzione hanno disdettato i contratti aziendali, riducendo stipendi e diritti"

Una giornata di sciopero dei lavoratori del commercio e degli addetti di tutte le attività svolte all'interno dei centri commerciali della provincia di Modena. Questa l'iniziativa di protesta organizzata per il primo novembre, Festività di Ognissanti, dai sindacati Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil. La medesima decisione è stata adottata anche nella provincia di Reggio Emilia.

"Da marzo ad oggi - hanno fatto sapere i sindacati - sono ormai 7 le giornate di sciopero indette dalle categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil, nelle giornate festive: Pasqua e Lunedì dell'Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno e 15 agosto. Come noto la deregulation degli orari introdotta dal Governo Monti ha eliminato in Italia, unico paese in Europa, ogni regola in materia di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie".

Come denunciato dalle organizzazioni sindacali, nessuno degli effetti positivi annunciati si sarebbe verificato: "L'occupazione si riduce, i prezzi aumentano, la concorrenza cala - hanno sottolineato i sindacati - In aggiunta molte imprese della Grande distribuzione hanno disdettato i contratti aziendali, riducendo stipendi e diritti. Sempre più la liberalizzazione degli orari si rivela come una “norma a richiesta” concessa dal Governo alla potente lobby della Grande distribuzione organizzata. In molti dovrebbero infatti chiedersi come sia possibile che una norma presentata come necessario adeguamento alla normativa europea non  sia stata seguita da uguali iniziative negli altri Paesi dell'Unione, nei quali sono restate in vigore regole spesso più restrittive di quelle precedentemente in vigore nel nostro paese".

I sindacati giudicano positivo il fatto che si torni a riflettere della "revisione di una normativa sbagliata, come hanno fatto i Consiglieri Regionali Costi e Vecchi con una risoluzione presentata al Consiglio dell'Emilia Romagna - hanno spiegato - Anche il Parlamento aveva votato nei mesi scorsi, ed il Governo aveva recepito, un atto di indirizzo volto a garantire la volontarietà del lavoro domenicale nei servizi non essenziali. Le elezioni si avvicinano e certamente i lavoratori e le lavoratrici del commercio sapranno distinguere e premiare chi si impegnerà a modificare una legge sbagliata".

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