Modena, "L'Altro Suono Festival" si apre con l'israeliano Yuval Avital
Si apre sabato 12 marzo 2016 alle 21 l’Altro Suono Festival al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena con la prima rappresentazione assoluta di "Fuga perpetua", uno spettacolo del compositore e artista multimediale israeliano Yuval Avital dedicato al tema dei rifugiati. Lo spettacolo è coprodotto dal Comunale, dal Brighton Festival e dal Nottingham Lakeside Arts Center. Avital, conosciuto in Italia per alcune performance collettive come Reka, visto a Milano per il festival MiTo 2014, presenta un’opera che unisce proiezioni video, installazioni sonore e musica dal vivo affrontando un soggetto di scottante attualità che a Modena viene sviluppato, grazie alla collaborazione con l’Assessorato alla Coesione Sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena, con il coinvolgimento diretto di alcuni rifugiati ospiti della comunità cittadina.
“Nessuna narrazione retorica o politica” racconta l’artista, “ma una reazione etica ed estetica ad uno dei più grandi drammi del nostro tempo, in un'esperienza che vede cadere le barriere che dividono il concetto del ‘noi’ e ‘loro’”. “Nella vita di ciascun individuo la ‘casa’ è lo spazio fisico che funge da punto di arrivo e partenza. Rappresenta l'identità, la protezione e l'intimità. È il punto cardinale di riferimento con cui l’essere umano orienta e misura costantemente la propria posizione nel mondo. Senza casa si è vulnerabili, instabili, disorientati, smarriti. In Fuga Perpetua la transizione fra i diversi linguaggi è costante, come in una fuga musicale dove la risoluzione di una voce è l’evocazione di un’altra.”
Sono i rifugiati i principali narratori di quest’opera, che appaiono attraverso interviste silenziose realizzate nel Regno Unito, a Modena, in Israele e in Kenya. A loro è stato chiesto di rivivere in silenzio davanti alla macchina fotografica momenti significativi della loro vita, memorie biografiche che seguono un questionario di domande creato appositamente da Avital con l'orientamento di Gerald Cupchik del dipartimento di Psicologia dell'Università di Toronto. Contributo fondamentale per la parte visiva dell’opera sono anche le riprese video appositamente realizzate da Andrea Trivero, direttore della onlus italiana Pace e Futuro, nel campo dei rifugiati di Kakuma in Kenya, al confine con il Sud-Sudan, compiute in collaborazione con Qaabata Boru, capo redattore di Kakuma News Reflector. Altre riprese sono invece state realizzate a Tel Aviv, insieme all’organizzazione non governativa di Hasimta Athletics. Risorsa supplementare e indispensabile ai fini dell'opera stessa è stata la collaborazione con l’Agenzia dei Rifugiati delle Nazioni Unite, che ha consentito il recupero di numerose audio registrazioni condotte in giro per il mondo, come registrazioni sonore e visive dei campi profughi, delle barche e dei lunghi viaggi e che ha dato all’opera il proprio patrocinio.
Inoltre, nella rappresentazione di "Fuga Perpetua", i rifugiati ospiti nelle città dove l’opera viene eseguita sono coinvolti in una performance dal vivo, divenendo parti integranti della partitura sonora. Questo elemento è l’elaborazione di un lavoro precedente di Avital, intitolato "Rivers" ed eseguito nel settembre 2015 alla cerimonia di inaugurazione del Centro del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto a Biella, con una ‘folla vocale’ di rifugiati e altoparlanti.
Con sede a Tel Aviv, il Meitar Ensemble, al quale sarà affidata l’esecuzione della musica dal vivo, si è esibito al Centre Pompidou di Parigi, alla Purcell Room di Londra, a Berlino, al Conservatorio di Mosca, alla Yale University, al Festival "Nuovi Spazi Musicali" di Roma, alla Biennale di Musica Contempornanea di Heidelberg, al Modi Sound Festival di San Pietroburgo e al MATA Festival di New York. Negli ultimi dieci anni ha commissionato e presentato oltre 200 nuove opere, collaborando con compositori quali Matthias Pintscher, Ivan Fedele e Giya Kancheli.
L’installazione sonora sarà realizzata attraverso un Mobile Sound Theater, un sistema acustico sviluppato da Tychonas Michalidis del Conservatorio di Birmingham che prevede l’installazione di numerosi altoparlanti per la spazializzazione del suono all’interno del teatro.