Dal Teatro Dadà una lettura scenica di "Commedia senza titolo" di Federico García Lorca
Giovedì 17 dicembre alle ore 21.00, giorno in cui sarebbe andato in scena al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate, la creazione di Davide Carnevali prodotta da ERT e CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Emilia Romagna Teatro Fondazione presenta su ERTonAIR (https://emiliaromagnateatro.com/ert-on-air), sulle pagine Facebook di Emilia Romagna Teatro Fondazione (@ErtFondazione), di EmiliaRomagnaCreativa (@EmiliaRomagnaCreativa) e del Comune di Castelfranco Emilia (@cittadicastelfrancoemilia) la lettura scenica di Commedia senza titolo di Federico García Lorca, uno dei quattro testi a cui si ispira lo spettacolo di Carnevali.
In attesa di poter vedere l’allestimento a teatro, ERT trasmette un video di circa 30 minuti, realizzato da Stefano Triggiani, uno dei due videomaker che documentano le produzioni ERT, in cui gli attori della Compagnia permanente della Fondazione protagonisti dello spettacolo, Michele Dell’Utri, Simone Francia e Maria Vittoria Scarlattei, donano corpo e voce all’adattamento firmato da Davide Carnevali, autore residente per il triennio 2018-2020 presso ERT Fondazione, attualmente alla guida di un'edizione speciale dell'Ecole des Maîtres intitolata La parola e il corpo assente e recentemente candidato per il progetto internazionale The Italian and American Playwrights Project.
Commedia senza titolo (1936) è l’ultima opera di Federico García Lorca, rimasta incompleta a causa della prematura morte dell’autore: mentre in teatro si sta provando Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, fuori scoppia una rivoluzione, che non può lasciare indifferenti né gli attori, né il pubblico. Giocando così tra realtà e finzione, Lorca cerca una nuova forma di comunicazione tra scena e platea per mettere lo spettatore nelle condizioni di essere parte attiva di un processo creativo.
«In un momento in cui i fascismi si stavano rapidamente diffondendo in Spagna e in Europa – afferma Davide Carnevali – quella di invitare lo spettatore a far sentire la sua voce era per Lorca un’urgenza non solo artistica, ma anche e soprattutto politica.
Oggi stiamo vivendo un’altra situazione d’emergenza che, se pur in forme differenti, rischia nuovamente di relegare la società a un ruolo passivo. Le questioni messe qui in campo da Lorca tornano dunque a essere più che mai attuali: sia quelle che riguardano un pubblico che, costretto dietro lo schermo di un computer, perde la possibilità di trovare nel teatro sua dimensione presenziale e collettiva; sia quelle che riguardano una società che, obbligata a una distanza di sicurezza, viene privata della sua dimensione comunitaria. Lorca ci dice che non possiamo sottrarci alla vita, per quanto dolorosa essa sia; anzi: ora più che mai dobbiamo prendere coscienza che abbandonarsi all’individualismo sarebbe la sconfitta più grande cui il genere umano può andare incontro».