Cognento, musica e parole con i romanzi di Giuliano Pasini
Una presentazione fuori dal comune quella organizzata dall'associazione dal Punto Lettura di Cognento assieme all'associazione Il Segnalibro e al sistema delle Biblioteche di Modena per venerdì 28 novembre alle ore 20.45. Giuliano Pasini, romanziere nato a Zocca, presenterà il suo ultimo romanzo "Io sono lo straniero" (Mondadori) accompagnato dai musicisti Diego Baruffini (chitarra), Enrico Fava (tastiere) e Alberto Padovani (voce) che eseguiranno un repertorio di canzoni dei più grandi autori italiani (da Guccini a De André e Fossati, oltre alle proprie creazioni) e alle letture dell'attrice Stefania Delia Carnevali che proporranno anche brani del romanzo d'esordio di Pasini, "Venti corpi nella neve" e, in anteprima assoluta, anche qualche passaggio del nuovo romanzo, in uscita nella primavera del 2015 sempre per Mondadori. A rendere ancora più frizzante la serata, ai presenti verrà offerto un prosecco sur lie della cantina Casa Coste Piane.
Giuliano Pasini è nato nel 1974 a Zocca. Il suo romanzo d'esordio, "Venti corpi nella neve", è stato un caso sul web e aver ottenuto un grande successo di pubblico e critica ("E' nata una stella del thriller italiano" secondo il Corriere della Sera), si è aggiudicato il Premio Massarosa ed è stato pubblicato in Germania, Austria e Svizzera. Con "Io sono lo straniero", Pasini si recentemente aggiudicato il Premio Mariano Romiti (uno dei più importanti dedicati al giallo) che segue alle vittorie nel 2013 il premio "Lomellina in Giallo", "La Provincia in giallo", "I sapori del giallo - gusti tra le righe". Insieme ad altri autori emiliani, Pasini ha contribuito, con il racconto intitolato La storia di Primo e di Terzo, all'antologia Alzando da terra il sole (Mondadori) il cui ricavato è stato devoluto alla ricostruzione della biblioteca di Mirandola, uno dei centri più colpiti dal sisma del maggio 2012.
"Io sono lo straniero": Dopo il terribile inverno di Case Rosse, il commissario Roberto Serra ha lasciato l'Appennino emiliano per Termine, nel profondo Nord Est, sulle colline del Prosecco: quattro case, tre strade, una chiesa, un cimitero, e intorno solo vigneti, a perdita d'occhio. Lì, di sera, Roberto sfoga in incognito la sua passione per la cucina e per i vini nel piccolo ristorante ricavato nel chiostro di un antico monastero. Di giorno, invece, lavora nella questura della scintillante e perbenista Treviso. Una vita che scorre lenta, tra le sempre più rade visite della sua Alice e le sempre più frequenti chiacchierate con Susana, una bella sudamericana andata come lui a voltare pagina in quell'angolo di mondo. Sino a quando, un giorno d'inverno, il commissario non incontra Francesca, una ragazza eccentrica e disperata che cerca di convincerlo a occuparsi del caso di una giovane sparita nel nulla. Per quanto Roberto punti i piedi in nome della serenità ritrovata tra i vigneti di Termine - anche grazie ai farmaci che assume per non sprofondare nelle visioni angosciose che lo tormentano - davanti a lui si delinea una scia di scomparse misteriose: tutte donne, tutte giovanissime, tutte straniere. Invisibili per la procura, per la polizia, per la gente. Roberto non può più scappare è costretto ad affrontare un'indagine che lo porterà a scrutare le acque nere dei laghi nascosti tra i vigneti, a scoprire che un passato irrisolto può allungare le sue dita fatali fino al nostro presente, a sondare gli abissi più oscuri della mente umana. Dormienza, pianto, allegagione, invaiatura... le fasi della vita delle vigne scandiscono la nuova indagine del commissario Serra, i cui occhi hanno la luce speciale di chi si sente, in ogni luogo, straniero - e proprio per questo vicino alla sofferenza delle vittime, alla disumanità dei carnefici. Con scrittura mobile, asciutta, a tratti intensamente poetica, Giuliano Pasini dà vita a un romanzo sull'amore e sull'odio, sul dolore e sulla redenzione. Un thriller "spumante, torbido e profumato" come un calice di Prosecco sur lie.
"Venti corpi nella neve" è ambientato a Case Rosse, minuscolo borgo nell'Appennino tosco-emiliano, che ha un primato: è la sede del commissariato più piccolo d'Italia, diretto da Roberto Serra - che viene da Roma ed è considerato uno ed fòra - con l'aiuto dell'agente Manzini. Non succede mai nulla se non qualche rissa tra ubriachi il sabato sera. Ma la notte del Capodanno del 1995 una telefonata sveglia Manzini in piena notte. Ci sono tre cadaveri al Prà grand, uccisi senza pietà. I due poliziotti accorrono sul luogo del delitto e uno spettacolo raccapricciante si presenta ai loro occhi: un uomo, una donna e una bambina sono stati colpiti a morte da distanza ravvicinata con un fucile. È un'esecuzione, senza alcun dubbio. Ma non ci sono schizzi di sangue intorno alle vittime e la loro posizione non combacia con la traiettoria degli spari. A chi appartengono questi corpi straziati che chiedono giustizia? Chi ha violato la pace di quel piccolo paese perso tra le montagne, e per quale motivo? E perché così tanta violenza da sorprendere anche un uomo come Roberto Serra, abituato a omicidi ben più efferati? Per il commissario comincerà un'indagine che lo porterà a rivivere il passato del luogo in cui si è rifugiato, e ad affrontare i demoni che albergano nella sua anima e nel suo cuore. Un romanzo che affonda le radici nelle pagine più sanguinose della storia del Ventesimo secolo.