Soliera, al Nuovo Cinema Teatro Italia "I Giganti della Montagna atto III"
Giovedì 2 febbraio, alle 21, il Nuovo Cinema Teatro Italia di Soliera presenta lo spettacolo “I giganti della montagna atto III”, portato in scena dalla compagnia pugliese Opera nazionale combattenti, per la regia di Giuseppe Semeraro, con la drammaturgia di Valentina Diana (scrittrice per Einaudi) e l'interpretazione di Leone Marco Bartolo, Dario Cadei, Carla Guido, Otto Marco Mercante, Cristina Mileti e dello stesso Semeraro, già attore per Danio Manfredini.
“I giganti della montagna” è un dramma di Luigi Pirandello. L’opera rimase incompiuta a causa della morte del drammaturgo, avvenuta nel 1936. Il terzo atto, l'ultimo, non fu mai scritto, anche se il figlio di Pirandello, Stefano, ne tentò una ricostruzione: a quanto pare, il padre gliene avrebbe rivelata la struttura. La pièce narra la vicenda di un gruppo di disadattati che trovano rifugio in una villa chiamata La Scalogna e incontrano una compagnia di attori in procinto di mettere in piedi la rappresentazione di un pezzo teatrale, "La favola del figlio cambiato" dello stesso Pirandello. Viene quindi richiamato il principio di teatro nel teatro, utilizzato da Pirandello in testi come i “Sei personaggi in cerca d'autore”.
L'idea della compagnia teatrale pugliese è di lavorare intorno a questo finale incompiuto e di svilupparlo attraverso una compagnia di anziani o variamente disadattati, fuori dal tempo, fuori tempo, in qualche modo anacronistici, di un anacronismo che non è collocabile nel tempo cronologico ma che piuttosto rappresenta l’estraneità alla modernità, alla contemporaneità. La compagnia si presenta con il nome “Opera Nazionale Combattenti”, un nome che rimanda a una legione dismessa di una qualche guerra patria ormai finita e dimenticata, un gruppo di ex combattenti fuori contesto, inutili e disonorati, a cui nessun rispetto è più riservato. Si tratta di una legione fantasma, che si aggira con un corpo morente in spalla, quello della Contessa Ilse, e là dove trova un teatro, lo occupa e prende in ostaggio il pubblico, costringendolo a sottostare alle regole stabilite da loro, che consistono nel privare temporaneamente (per il tempo dello spettacolo) il pubblico di alcune libertà (Non potrete togliervi le scarpe. Non potrete esprimervi in alcun modo. Non potrete parlare. Non potrete cantare. Non potrete fare acquisti. Non potrete disinvestire titoli. Non potrete licenziare né assumere. Non potrete concepire figli…).