Laozi e le origini del Taoismo, il prof. Andreini al Teatro San Carlo per il ciclo "I Fondatori di Religioni"
Martedì 18 febbraio hanno inizio alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena le lezioni della seconda parte del ciclo dedicato al tema Fondatori di religioni. Carisma individuale e contesto sociale all’origine delle tradizioni religiose, ideato dal Centro Studi Religiosi. Attilio Andreini presenta la conferenza dal titolo Laozi. La via del Dao e la formazione del daoismo.
Attilio Andreini è professore di Lingue e letterature della Cina e dell’Asia sud-orientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Studioso di paleografia e delle culture della Cina antica, ha dedicato le sue ricerche – al confine tra ermeneutica e filologia – soprattutto alla lingua cinese antica, alla letteratura filosofica e religiosa della Cina classica, alla traduzione delle principali fonti daoiste e all’impatto delle fonti manoscritte cinesi del IV-II secolo a.C. sulle epoche successive. Ha curato l’edizione italiana di opere di Sun Tzu e Laozi e ha pubblicato: Il daoismo (et al., Bologna 2007); Trasmetto, non creo. Percorsi tra filologia e filosofia nella letteratura cinese classica (a cura di, Venezia 2012).
Si pronuncia indifferentemente il nome di Laozi per evocare un personaggio, il padre del taoismo, che non si sa bene se fu storico o leggendario, e per designare un’opera letteraria, redatta intorno al 300 a.C., che è il breviario della dottrina taoista, celebre anche con il titolo Daodejing. Naturalmente l’opera viene attribuita allo stesso saggio, anche se la storicità e l’autenticità della sua esistenza ci sfuggono. Le più recenti ricerche evidenziano infatti la debolezza dell’interpretazione secondo cui Laozi sia stato l’autore dell’omonima opera.
La prima “biografia” di Laozi a noi giunta fu compilata da Sima Qian (circa 145-86 a.C.), che tentò con evidente difficoltà di far luce sulla sua identità: «Laozi era originario del villaggio di Quren – scrisse Sima Qian – che sorgeva nella prefettura di Li. Il suo cognome era Li, il suo nome proprio Er, il suo appellativo Boyang e il suo nome postumo Dan. Egli era uno storiografo incaricato della custodia degli archivi reali della dinastia Zhou». Un avvio così minuzioso lascia presagire un resoconto circostanziato, ma il resoconto che segue si rivela discontinuo, a tratti cauto e a tratti fin troppo audace.
L’impressione è che l’autore abbia cercato di colmare le lacune dei riscontri a sua disposizione fabbricando un ritratto che ha il sapore di «sintesi» tra vari personaggi: l’archivista della casa reale Zhou, al quale Confucio chiese istruzioni sui riti; l’autore del Laozi, nonché fondatore della tradizione «daoista»; un altro pensatore di Chu, Lao Laizi, contemporaneo di Confucio, al quale Sima Qian ascrive un’opera in quindici capitoli che tratta delle applicazioni pratiche degli insegnamenti degli Esperti del Dao.
Assurto al rango di Immortale, Laozi avrebbe subito ripetute reincarnazioni nei secoli. L’elaborazione di un mito attorno alla figura di Laozi trasse vigore dall’apporto graduale di elementi nuovi, ma anche dall’estensione e dall’adattamento di particolari già presenti nella leggenda primitiva - spiega Andreini - Elementi autoctoni derivati dalla tradizione cinese si sposarono ad altri riconducibili al buddhismo e a differenti culture centro-asiatiche, agevolando il processo di divinizzazione del «Vecchio Maestro» che, stando ad alcune interpretazioni, divenne il «Vecchio Bambino» sulla base di una suggestiva doppiezza di significato propria del termine zi «maestro; bambino». Ciò contribuì ad alimentare la convinzione che il Vecchio Saggio nacque, già canuto e in sé perspicace, da un parto miracoloso di Madre Li, che lo partorì dall’ascella sinistra.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17.30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.