Ambienti "digitali, ecologici e sociali" all'edizione 2021 di Modena Smart Life
La scuola che innova
Il tema della didattica on line sarà al centro del dibattito “Lezioni dalla pandemia”, organizzato da Unimore (venerdì, ore 9.30), e sarà affrontato anche dalla psicologa e psicoterapeuta Barbara Volpi nella conferenza su “La scuola al tempo del digitale” (sabato, ore 10), organizzata dalla Fondazione San Carlo e dal Mulino. Molte iniziative sul tema della formazione saranno curate anche dalla Fondazione San Carlo, dedicate alla filosofia con i bambini, e da Future Education Modena che presenterà il proprio curricolo per l’innovazione, co-progettato con le scuole di Comune e Provincia (dedicato a temi di frontiera come Data Science, Computational design, Game-Based Learning), e Urban Green Challenge, percorso sperimentale a livello nazionale di mappatura collaborativa e digitale del verde urbano. Una serie plurale di iniziative sarà promossa all’interno di “Modena Smart School”, dove Memo e palestra digitale Makeitmodena presentano esperienze e progetti sui temi del digitale delle scuole superiori e degli istituti comprensivi. Si occupa inoltre di cyberbullismo l’appuntamento con docenti e studenti al My Net Garage (sabato, ore 18), un tema che ritorna anche negli appuntamenti su “Zanshin tech: la prima arte marziale digitale”.
Al San Filippo Neri si discute di “Ambienti digitali per ragazze Steam” (venerdì, ore 17), cioè su come caratterizzare i contesti educativi per avvicinare bambine e ragazze alle discipline scientifiche (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica) e coltivarne i talenti contro gli stereotipi di genere. Mentre “Educare alle differenze per promuovere la cittadinanza di genere” è il tema di un confronto su relazioni e apprendimento nell’era del digitale” (giovedì, ore 11).
Alle residenze universitarie “tra digitalizzazione, transizione ecologica e socialità” (sabato, ore 15) è dedicato il talk con rappresentanti dell’Università di Roma Tre: Antonio Magarò, Laura Calcagnini e Fabrizio Finucci.
“Modena Capitale del buon gioco” è il titolo dell’appuntamento (venerdì, ore 10) dedicato alla presentazione della collaborazione tra Comune, Unimore e Game Science Research Center per coordinare, diffondere, valorizzare e sviluppare azioni ed esperienze basate sul gioco, favorendo le innovazioni didattiche, di studio e ricerca, di formazione e sperimentazione, oltre che di prevenzione.
Arte e cultura
Dopo la performance audio-visiva “Earthphonia” di Max Casacci, nell’appuntamento inaugurale del festival, il programma culturale prosegue con la presentazione del “Digitale Atelier” al Laboratorio Aperto (venerdì, alle 17): un luogo di ricerca, innovazione e sperimentazione per la cultura, lo spettacolo e la creatività.
Al Centro Musica è in programma la performance audiovisiva “Forme composte” (venerdì, ore 21.30) con la partecipazione del chitarrista Christian Fennesz, del duo Ozmotic e del collettivo Forme Composte; negli spazi di Ago si svolge “Oikos” a cura di Marco Marzaioli e Mariagrazia Portera, con l'accompagnamento musicale di Luca Perciballi (sabato, ore 21) e sono diverse le mostre durante la manifestazione. Fondazione Modena Arti Visive propone “Virginia Zanetti. I just want to know who I am”, a cura di Chiara Dall’Olio (in collaborazione con: Traffic Gallery di Bergamo, ArtVerona - Level 0), mentre AD Consulting Group presenta la prima personale d’arte di Alvin, noto anche come cantante, regista e conduttore: “Officiart presenta Alvin Wayout MYndset”. Edera - Coworking and more, propone invece, la mostra “Relazioni” con opere di Luigina Turri realizzate con il recupero di materiali industriali.
L’Ordine degli architetti di Modena utilizza gli spazi del nuovo Diurno rifunzionalizzato in piazza Mazzini per un viaggio tra il reale e il virtuale nel progetto ideato dagli architetti Aldo Rossi e Gianni Braghieri per il Cimitero di Modena: “Digital eye. L’Architettura sospesa del Cimitero di Modena”. Inoltre, in Galleria Europa prosegue la mostra inaugurata con il Festivalfilosofia sulla libertà che riguarda l’Unione europea come “zona di libertà LGBTIQ”.
Ma, al di là dei singoli appuntamenti di carattere culturale, lo scopo del Festival – anche alla luce della pandemia e dei suoi effetti sulla vita associata – consiste nel sottolineare la centralità degli ambienti intesi come luoghi di riscoperta delle relazioni umane: si tratta, allora, di proporre una riflessione sull’importanza degli spazi culturali per lo sviluppo della socialità.
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