La Resistenza raccontata da Massimo Zamboni e Francesco Genitoni
"Scrivere di Resistenza, la terra emiliana non dimentica" è questo il titolo degli incontri letterari che si terranno Mercoledì 30 Marzo alle ore 21.00 presso l'Auditorium Bertoli i protagonisti sono Massimo Zamboni e Francesco Genitoni sollecitati e stimolati da Patrizia Barbolini. Zamboni è autore del libro "L'eco di uno sparo" (Einaudi) mentre Genitoni è autore del libro "Soldati per conto nostro" (Incontri Editrice).
SOLDATI PER CONTO NOSTRO. La resistenza a Sassuolo e nella valle del Secchia Francesco Genitoni, a Cola di Vetto nell’Appennino reggiano, dal 1960 risiede a Sassuolo (Modena). Scrittore e studioso con una particolare attenzione alle cose di casa nostra. è una ricostruzione polifonica delle lotte di cui furono protagoniste non solo le formazioni armate ma anche i civili, i sassolesi e le popolazioni della valle del Secchia. Il libro ha il merito di aver affiancato alla considerazione attenta della “guerra di resistenza” cioè della resistenza armata, seppur ampliata ai vari apporti dei ‘non militari’, un precoce interesse alla “resistenza alla guerra”. Il rifiuto della guerra, la renitenza alla leva, la disobbedienza all’obbligo di combattere, il sottrarsi alle leggi e alle regole del regime sono tanti comportamenti che riconosciamo comuni alle genti di montagna e alla popolazione sassolese e che si saldano alla lotta di liberazione.
L'ECO DI UNO SPARO. Cantico delle creature emiliane Massimo Zamboni, chitarrista e compositore della mitica band punk rock italiana CCCP e poi dei CSI, fa i conti con l’assassinio del nonno fascista da parte dei GAP, ripercorrendo cosí la storia intrisa di sangue della terra emiliana. Il 29 febbraio 1944 Ulisse, nonno di Massimo, squadrista, membro di un direttorio del fascio, viene ammazzato dai Gruppi di Azione Patriottica. Il 28 dicembre 1943 muoiono i sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti. Il 26 marzo 1961 il gappista Soragni, nome di battaglia Muso, è vittima dell’odio covato nel tempo da un compagno militante e amico, assieme a lui responsabile dell’uccisione di Ulisse. La storia è lineare solo quando scelgono di raccontarla cosí, ma gli eventi si affastellano in un ordine che, quando ti riguarda da vicino, non è necessariamente quello cronologico. Cosí è per chi cerca di capire le ragioni del sangue, quando il sangue degli oppressori si mescola a quello degli oppressi.