Social (de)generation: i giovani e la loro "dipendenza" in un incontro online
Gli adolescenti passano la maggior parte del loro tempo su dispositivi sempre più aggiornati, smartphone, tablet e pc per collegarsi con tutto il mondo attraverso i social, Facebook, Instagram, Youtube. Con oltre 80 milioni di dispositivi mobili, 52 milioni di utenti connessi e 35 milioni di utenti iscritti ai social (solo in Italia), il mondo virtuale è quasi diventato l’alternativa di quello reale. E’ questa la nuova dipendenza giovanile? Quali sono le conseguenze, anche sociali, dell’abuso della rete e delle nuove tecnologie da parte dei giovani? In definitiva: come usare questi strumenti e non essere usati?
Ad analizzare il fenomeno saranno lo psicologo e psicoterapeuta Marco Franchini (con diverse esperienze come psicologo scolastico) e Alessandra Borghi, già dirigente del IIS A.Volta e Presidente di Uciim Modena-Sassuolo nell’ambito dell’incontro “Social (de) generation” che si svolgerà giovedì 1 marzo, alle ore 18, in diretta streaming sulla pagina Facebook di Innovation Days.
L’evento, promosso dall’associazione Uciim Modena-Sassuolo e con il patrocinio del Comune di Sassuolo, porterà le riflessioni di Marco Franchini, profondo conoscitore delle problematiche adolescenziali, sul tema della rivoluzione digitale che sta cambiando il modo di relazionarsi dei nostri ragazzi, offrendo strumenti di lettura e d'azione per accompagnare genitori, insegnanti ed educatori alla comprensione di questo fenomeno.
"Negli ultimi 25 anni il mondo è stato attraversato da una rivoluzione digitale, avvenuta in tempi rapidissimi, che ne ha cambiato linguaggio e relazioni – dice il Dott. Franchini - Se da un lato ne abbiamo visto le enormi potenzialità permettendo una velocità di connessione tra le persone e di diffusione del sapere, dall'altro è innegabile non osservarne i rischi. Tra questi la delegittimazione dei classici modelli educativi verticali, dove il ruolo dell’insegnante garantiva un riconoscimento sociale stabile, a favore, invece, di un modello orizzontale dove la rispettabilità sembra essere sottoposta a processi di consenso e credibilità talvolta poco durevoli. In tanta velocità di trasformazione, dove anche l'informazione e la formazione sembrano subire questa accelerazione, tutto sembra precario e discutibile. Come, senza rinunciare al progresso che questa trasformazione porta con sé, si può trasmigrare saperi e valori che mettano al centro la persona? In che modo i giovani possono diventare protagonisti nell'era digitale definendo una reale e profonda realizzazione?"
"L’utilizzo del web, attraverso computer, smartphone o tablet è diventato sempre di più il mezzo principe per ricerca di informazioni, scambio di comunicazioni e anche di aggregazione soprattutto tra gli adolescenti – spiega Alessandra Borghi - Sempre più spesso ragazzi e purtroppo anche giovanissimi cercano e hanno l’illusione di trovare “nella rete “una vita sociale che faticano ad ottenere nella vita reale e ciò può portarli a trascorrere troppo tempo “online “con il rischio di cadere in insidie e “giochi pericolosi” come recentemente abbiamo purtroppo dovuto leggere sulla stampa. La rete, che pure è stata fondamentale in questo periodo anche per le attività scolastica in DAD, può rischiare di sfociare in una forma di disagio psicosociale e in spiacevoli incontri".
Sassuolo, 24 febbraio 2021