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Siria, presidio per la pace di partiti e associazioni di centrosinistra

Il 9 settembre alle 18 in piazza Torre tante sigle unite per chiedere la fine del regime di Assad senza ricorrere all’intervento armato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

In questi giorni in cui sono sempre più insistenti le minacce di un’azione militare in Siria da parte di USA, Francia e Gran Bretagna, tanti rappresentanti della società civile hanno deciso di aderire ad un presidio pubblico che affermi la pace e la volontà di azioni democratiche e non violente. Il 9 settembre alle 18.00 in piazza Torre, in centro a Modena, si riuniranno: ANPI, ARCI, Associazione per la Pace, Casa per la Pace, CGIL, Casa delle donne contro la violenza-onlus, Alkemia, Circolo de “il manifesto”, Giovani Democratici, Gruppo donne e giustizia, Libera (associazioni nomi e numeri contro le mafie), Partito Democratico, Partito della Rifondazione Comunista, Rete di Lilliput, Sinistra Ecologia e Libertà, Unione Donne in Italia, UISP, Forum Provinciale del Terzo Settore, Arcisolidarietà, Pax Christi, Comunità cristiana di base del villaggio artigiano, Uisp Solidarietà, Associazione di solidarietà con il popolo saharawi Kabara Lagdaf, Comitato Modena incontra Jenin.

“Anche oggi in Siria l’unica via di uscita, pur se di difficile attuazione, è quella del cessate il fuoco, dell’arbitrato internazionale e della interposizione, della diplomazia e della pressione internazionale, per lasciare aperte al dialogo le porte che un attacco militare chiuderebbe con gravissime conseguenze sulla stabilità di tutta l'area mediorientale, per aprire lo spiraglio a una soluzione politica” si legge nell’appello “ La comunità internazionale deve usare ogni strumento legittimo in suo possesso per fermare il regime dittatoriale di Assad che spara sulla popolazione, ma anche i signori della guerra e del terrore che hanno egemonizzato la rivolta armata. E per sostenere e restituire la parola a coloro, donne, giovani e democratici, che avevano iniziato la rivolta popolare nonviolenta, che la repressione prima e la guerra poi hanno travolto. La comunità internazionale e in primis l'Europa e l'Italia devono assumere protagonismo nella salvaguardia della popolazione civile e dei profughi, impegnare risorse a sostegno delle agenzie umanitarie e delle ong che assistono le vittime civili” 

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