La Lega Nord di Modena aveva espresso al Ministro Kyenge, nel momento del suo insediamento, i migliori auguri di buon lavoro. E questo pur nella consapevolezza della profonda diversità di vedute su come affrontare lo scottante tema dell’immigrazione. In seguito la Lega Nord le aveva anche manifestato la sua solidarietà per gli insulti razzisti di cui era stata vittima.

Dopo i fatti di Milano cominciamo a pensare che gli auguri siano stati mal riposti e la solidarietà sprecata. I primi atti da Ministro non si possono definire improntati al buon lavoro e nemmeno a quel livello minimo di educazione che si richiede a un rappresentante delle istituzioni. Il rifiuto di stringere la mano ad Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Milano, è stato maleducato, discriminatorio e ha superato abbondantemente i confini del razzismo politico.

La negazione della legittimità di chi la pensa diversamente è una pratica politica molto diffusa in Italia, soprattutto a sinistra. E la Kyenge in questo si sta rivelando più italiana di molti italiani. Si dimentica però che questi atteggiamenti possono essere tollerati, anche se mai giustificati, nelle discussioni da bar. Quando invece l’ambiente diventa istituzionale, allora ci sono principi come la democrazia e la libertà che impongono il rispetto sempre e comunque.

Dopo aver fatto gli auguri ed espresso solidarietà, è venuto il momento di dare un consiglio alla Kyenge. Non si dimentichi mai che nei sistemi democratici la sovranità è del popolo, il quale ha diritto di riconoscersi in idee anche molto diverse le une dalle altre. Noi non condividiamo nella maniera più assoluta le sue proposte, e lei non condivide le nostre posizioni. Questo però non deve far venire meno quel rispetto reciproco senza il quale le società si disgregano in maniera pericolosa. Ci aspettiamo che il Partito Democratico, sempre pronto a stigmatizzare certi comportamenti quando li ravvisa in altri, con coerenza riprenda il Ministro Kyenge e solidarizzi con il nostro capogruppo di Milano.