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Caccia, la Regione ricorre in appello al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar

Il ricorso, come annunciato, è su alcuni aspetti relativi a provvedimenti sospensivi del calendario venatorio 2023-2024. E intanto è in arrivo una nota tecnica per dare indicazioni precise

“Il calendario venatorio dell’Emilia-Romagna, approvato anche dalla Commissione Assembleare regionale, non è stato bocciato. E, riaffermandone la bontà, nelle prossime ore uscirà una nota tecnica che conterrà le indicazioni di quanto si potrà fare. Inoltre, stiamo valutando la possibilità di prolungare alcune attività di caccia, come quella stanziale, per recuperare le giornate che saranno perse a settembre”.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e pesca Alessio Mammi, conferma che la Regione ricorrerà in appello al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar di Bologna, in cui si accolgono alcune misure sospensive relative al calendario venatorio 2023/24. Ricorso che punterà sui periodi di apertura e chiusura della caccia e le giornate aggiuntive per il periodo ottobre-novembre.

Ricorso che si rende necessario “in quanto ci sono degli elementi procedurali che necessitano di essere approfonditi e valutati” aggiunge Mammi.
“Siamo stupiti– prosegue l’assessore- che lo stesso calendario riproposto abbia avuto una valutazione differente in due anni consecutivi, questo crea enorme incertezza nel diritto e nell’organizzazione dell’attività venatoria. Chiederemo che l’udienza sul merito si tenga prima della chiusura della stagione venatoria ottemperando al momento solamente sulle parti su cui l’ordinanza obbliga ora a procedere. Infatti la chiusura per ora non verrà modificata non essendo necessario ma anche perché stiamo lavorando per rafforzare le motivazioni alle nostre scelte, in quanto confidiamo di poter conservare le date precedentemente approvate”.

“Ieri ho chiesto al ministro Lollobrigida– aggiunge Mammi- un chiaro intervento dello Stato su questa situazione che ha bisogno di chiarezza visto che riguarda non solo la nostra ma anche altre Regioni italiane. Ho posto anche il tema delle zone umide e la necessità di chiarire quanto prima quali sono le regole da attuare in quanto c’è molto disorientamento fra i cacciatori. Bisogna ristabilire percorsi legislativi corretti, dove, se le Regioni hanno la facoltà di individuare le date di apertura e chiusura all’interno di un range stabilito dalla legge 157, ciò sia possibile e non di volta in volta oggetto di mutevole decisione”.

Considerando infine il fatto che negli ultimi due anni il calendario venatorio ha visto una riduzione delle giornate di caccia si sta studiando, assieme al servizio bilancio, se vi è la possibilità di intervenire per ridurre la tassa regionale che i cacciatori pagheranno nel 2024.  

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