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Microaggressioni e stress, i rischi per la popolazione Lgbt in due ricerche Unimore

Implicazioni della teoria del “minority stress” e dell'esposizione a microaggressioni sulla salute mentale della popolazione LGBT: un'analisi dettagliata nelle ricerche condotte da Unimore che sottolineano l'urgente necessità di strategie di supporto, soprattutto per le persone transgender

Il gruppo di ricerca in Psichiatria dell’Università di Modena e Reggio Emilia, composto da Mattia Marchi, Gian Maria Galeazzi, Silvia Ferrari e Luca Pingani, con l’apporto di medici in formazione specialistica della Scuola di Specializzazione in Psichiatria, ha appena pubblicato due studi scientifici che hanno approfondito  il tema della salute mentale nella popolazione LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender). Questi due studi, sebbene distinti, convergono su una conclusione fondamentale: la teoria del "minority stress" che esplora i rischi per la salute mentale delle minoranze, rappresenta "un modello utile per comprendere le sfide che la comunità LGBT affronta quotidianamente e che possono avere alti costi in termini di sofferenza ed effetti negativi sulla salute".

Entrambi i lavori hanno utilizzato la metodologia della revisione sistematica con metanalisi, ossia una tecnica di analisi utilizzata nella ricerca che consiste nella sintesi metodologicamente rigorosa di tutti i dati della letteratura disponibili su un determinato argomento.

Il primo studio, dal titolo Post-traumatic stress disorder among LGBTQ people: a systematic review and meta-analysis,  pubblicato sulla rivista Epidemiology and Psychiatric Sciences, ha rivelato che la popolazione LGBT è esposta ad un rischio aumentato di soffrire di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) rispetto alla popolazione generale. Il PTSD è un disturbo mentale che si sviluppa in seguito all’esposizione ad un evento traumatico che solitamente ha a che fare con minaccia di morte, lesioni personali gravi o violenza sessuale. Questo disturbo è inoltre spesso associato ad un rischio aumentato di sviluppare depressione, ricorso ad alcol e sostanze o tentativo di suicidio.

Il secondo studio, dal titolo Microaggression toward LGBTIQ people and implications for mental health: A systematic review, pubblicato su International Journal of Social Psychiatry ha esaminato l’effetto delle microaggressioni sulla salute mentale delle persone LGBT. Le microaggressioni rappresentano esperienze quotidiane di discriminazione e ostilità, spesso sfumate, basate su stereotipi, basate su età, etnia, genere o appunto, orientamento e identità di genere. Questi fenomeni, finora poco considerati, di recente sono state oggetto di numerose ricerche che ne sottolineano l’effetto negativo per le persone esposte. La ricerca, coordinata da Unimore, e che coinvolge  studiosi delle Università di Cagliari, Foggia, Napoli Vanvitelli, Verona, ha rivelato che la comunità LGBT è a maggior rischio di essere esposta a microaggressioni, con conseguenze significative sulla salute mentale, tra cui depressione, ansia, abuso di alcol e tentativi di suicidio.

Entrambi gli studi hanno rilevato che tra i gruppi LGBT, quello a maggior rischio di subire questi effetti è il gruppo delle persone transgender. “Sul piano sanitario – dichiara il Prof. Gian Maria Galeazzi, coordinatore delle ricerche - è fondamentale che le persone LGBT che affrontano conseguenze negative di traumi e discriminazione ottengano il supporto adeguato, sul piano culturale, educativo e giuridico che si rafforzino le strategie contro la violenza interpersonale, la discriminazione e lo stigma, soprattutto contro le persone transgender”. Nel loro insieme, queste due ricerche sottolineano l'importanza di riconoscere e non minimizzare le conseguenze sulla salute che hanno i macro e micro traumi a cui le persone LGBT sono esposte.

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