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Oltre mille profughi ucraini arrivati a Modena, attivati i primi Cas

In Emilia-Romagna sono circa 7000 i profughi già arrivati. Tutto il sistema al lavoro per l’accoglienza

Salgono a 7.004 i profughi in fuga dall’Ucraina arrivati sinora sul territorio regionale. Anche a Modena i numeri stanno salendo rapidamente: oggi sono censite 1.015, di cui 495 adulti e 520 minori. Il numero elevato di presenze ha costretto all'attivazione dei Centri di acoglienza straorrdinari (Cas), che al momento ospitano 5 persone. Tutti gli altri cittadini ucraini hanno trovato alloggio presso parenti o strutture messe a disposzione da privati e associazioni del terzo settore.

I dati in regione

Al momento sono 440 le persone accolte nella rete Cas (dati dalle Prefetture aggiornati a oggi, venerdì 11 marzo). La gran maggioranza ha invece trovato ospitalità presso parenti e associazioni di volontariato.

Come previsto da un decreto del presidente Bonaccini, in veste di Commissario delegato per l’emergenza, si stanno sottoscrivendo convenzioni con le associazioni di categoria degli albergatori per mettere a disposizione posti letto in strutture alberghiere o gestite dal volontariato, da attivare se i posti disponibili nei Cas e nella rete Sai non fossero più sufficienti.  

Anche in Emilia-Romagna, inoltre, il ministero dell’Interno ha avviato il censimento degli immobili confiscati per metterli a disposizione dell’emergenza profughi dall’Ucraina.

Nella provincia di Bologna gli arrivi finora sono stati 1.199 (di cui 693 adulti e 506 minori), 263 le persone accolte nei Cas. A Ferrara sono 584 (di cui 274 adulti e 310 minori), 15 le presenze nei Cas. In provincia di Forlì-Cesena le persone giunte finora sono 290 (di cui 167 adulti e 123 minori); a Parma 294 (di cui 142 adulti e 152 minori). A Piacenza sono 589 attualmente i profughi (di cui 328 adulti e 261 minori), 9 le presenze nella rete Cas. A Ravenna risultano 430 le persone giunte finora (di cui 226 adulti e 204 minori), 21 accolte nei Cas. Reggio Emilia conta 1.219 arrivi complessivi (668 adulti e 551 minori), 80 le presenze nei Cas. A Rimini, infine, le persone giunte sono 1.384 (722 adulti e 662 minori), di cui 47 alloggiate nei Cas.

Prosegue lo screening sanitario

Il sistema sanitario regionale è mobilitato per accogliere e dare assistenza ai profughi che provengono dall’Ucraina. All’arrivo in Emilia-Romagna, a tutti viene anzitutto rilasciato il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), valido per sei mesi ed eventualmente rinnovabile. Il codice consente l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, con gli stessi diritti dei cittadini italiani per l’accesso alle prestazioni. 

Negli hub vaccinali e nelle altre strutture presenti sul territorio, entro 48 dall’arrivo, ai profughi viene fatto il tampone Covid e garantita la somministrazione del vaccino (prima, seconda o terza dose). La vaccinazione è su base volontaria per le persone con meno di 50 anni, mentre è obbligatoria per gli over 50. Sono assicurate, inoltre, sempre su base volontaria, altre vaccinazioni contro le malattie di cui si conosce l’esistenza di focolai in Ucraina (difterite, tetano e pertosse).

Le persone risultate positive al Sars-Cov-2 vengono poste in isolamento nelle strutture dedicate; gli asintomatici o - paucisintomatici - non in grado di restare in isolamento presso l’alloggio a cui sono stati destinati, per esempio quelli collocati nei Cas, saranno ospitati nei Covid hotel fino alla negativizzazione.    

Le Aziende sanitarie si faranno carico di eventuali necessità sanitarie dei profughi (visite specialistiche, erogazione di farmaci, e così via) sia attraverso la rete dell’assistenza primaria e delle Case della Salute, che attraverso la rete ospedaliera. In particolare, si stanno predisponendo percorsi per una prima e immediata erogazione di farmaci che necessitano l’assoluta continuità di terapia (ad esempio insulina per i diabetici, psicofarmaci, e così via).

Nel frattempo, l’Emilia-Romagna ha già inviato in Ucraina farmaci per un valore di 80mila euro ed è pronta a rispondere ad altre richieste.

La rete ospedaliera regionale è inoltre pronta ad accogliere quei pazienti oggi ricoverati presso strutture ucraine per cui si dovesse rendere necessario il trasferimento nella nostra regione, con il coordinamento della Protezione civile.

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