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L'indagine | A Modena l'80% boccia il porta-a-porta. E punta il dito contro il Comune

La ricerca statistica di Federconsumatori boccia sonoramente il nuovo modello. Critiche sia contro i comportamenti individuali che contro il sistema. "Chiediamo il coraggio di cambiare"

Il disappunto dei modenesi verso il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti urbani si percepisce con chiarezza da mesi, ma i numeri certificano in modo ancora più radicale la bocciatura verso l'attuale porta-a-porta misto. La percentuale di modenesi soddisfatti per il livello di pulizia della città è passato in appena dodici mesi da un ottimo 74,6% ad un pessimo 29,5%. Il giudizio medio, il voto da 1 a 10 sulla pulizia della città, nel 2022 si era attestato ad un buon 6,4. Nel 2023 crolla a 4.

E' la sintesi di quanto emerge dalla seconda indagine sul ciclo dei rifiuti in città svolta da Federconsumatori Modena. Un lavoro prezioso e statisticamente molto rilevante, che ha preso in considerazione le risposte fornite ad un apposito questionario da ben 2.150 cittadini, poi opportunamente analizzate da un punto di vista statistico. L’indagine è stata condotta nel periodo 3 – 31 luglio 2023. Pur essendo aperta a tutti è stata rivolta prioritariamente ai componenti dell’ universo di campionamento primario formato degli Iscritti a Federconsumatori APS e a CGIL Modena.

Una città troppo sporca

Entrando nel merito dell'indagine, il primo dato riguarda il decoro urbano. 

Il 29,5% dei rispondenti giudica positivamente il livello di pulizia complessiva della città di Modena: l’analogo indicatore calcolato a luglio 2022, per il complesso comunale, era pari al 74,6%. La valutazione media del decoro per la città di Modena, in un anno, è passata da 6,4 a 4,0 punti su una scala da uno a dieci. Il 70,5% degli intervistati assegna quindi un giudizio negativo all’attuale livello generale di pulizia della città. 

Le critiche maggiori arrivano dalla popolazione fra i 35 e i 65 anni, mentre gli anziani sono più "morbidi" nel loro giudizio. Da evidenziare anche come i giudizi peggiori siano localizzati in due aree precise della città: da un lato il Quartiere 4 (zona ovest) che è stato il primo ad avviare la transizione scontando anche i maggiori disguidi organizzativi del gestore, e dall'altro il Centro Storico, dove le particolari condizioni urbanistiche rendono più faticosa la raccolta.

A sottolineare il malcontento un altro dato rilevante. Nel luglio dello scorso anno (prima dell'avvio del porta-a-porta) il 45% dei modenesi vedeva già un peggioramento del livello di pulizia: chi lo ha visto negli ultimi mesi è addirittura l'85%.

Un modello che non piace: dove e perchè

Quasi il 49% dei rispondenti valuta come totalmente negativa l’esperienza del nuovo modello di raccolta. Il 30,3% sostiene che le modalità di raccolta sono solo parzialmente efficaci ed adeguate ai propri bisogni e alle necessità del Quartiere/Frazione di residenza. Per il 18,8% degli intervistati occorre solo un po’ di tempo per affinare il modello di raccolta e per abituarsi alle novità ma il giudizio è positivo mentre il 2% dei rispondenti dichiara di essere totalmente soddisfatto. Una cifra, quest'ultima, davvero bassissima e preoccupante.

Tab. 10

Le ragioni per cui l'attuale sistema - entrato in vigore gradualmente tra l'ottobre 2022 e il maggio 2023 - sono molteplici. La criticità che più preoccupa riguarda l'incremento dell'abbandono di rifiuti in prossimità dei cassonetti esistenti o in aree pubbliche e private. La seconda criticità, che dovrebbe far suonare un campanello d'allarme, riguarda il malfunzionamento dei cassonetti smart, per i quali sono spesso segnalati guasti. In terza battuta si legge una critica verso l'inadeguatezza del modello di raccolta rispetto alla composizione urbanistica del proprio quartiere. Punti dolenti sono anche le critiche verso la mancata raccolta dei sacchi in alcune giornate e la stesura di un calendario di ritiri inadeguato alle esigenze famigliari.

Il Quartiere 4 (seguito dal 3) è quello dove si scontano i maggiori problemi relativi agli abbandoni. Il Centro Storico, invece, è il luogo dove sono più alte le lamentele circa i guasti dei cassonetti e circa l'abbandono di rifiuti in aree pubbliche o private. Nel complesso è il Quartiere 4 quello che solleva maggiori criticità a tutto tondo: il primo che ha conosciuto il nuovo modello, pagandone certamente lo scotto maggiore.

Di chi è la colpa?

Questo dibattito, con evidenti implicazioni politiche, tiene banco da mesi in città. Ebbene, l'indagine di Federcosumatori ha chiesto ai cittadini di prendere posizione anche sulle responsabilità di questo peggioramento. Le opportunità su cui esprimere il giudizio erano tre: i comportamenti scorretti dei cittadini, la cattiva gestione materiale da parte di Hera, oppure la scelta politica del Comune che ha optato per il nuovo modello. Per i modenesi le colpe vanno ripartite in modo abbastanza uniforme. Tuttavia, in cima alla classifica non c'è il cattivo senso civico dei concittadini, bensì le scelte dell'Amministrazione Comunale, seguite a ruota dalla gestione Hera.

Tra i motivi sollevate in modo più diffuso dagli intervistati per spiegare l'attuale situazione vi è in primo luogo la maleducazione che si traduce in abbandoni di rifiuti, seguita però da una critica più strutturale al modello di porta-a-porta, ritenuto in particolare inadatto a zone troppo densamente abitate. Segue, non a caso, la lamentela sullo scarso spazio di stoccaggio dei rifiuti fra le mura di casa, che rende difficile seguire la differenziazione con l'attuale modello.

"Chiediamo il coraggio di cambiare"

"La gran parte dei modenesi è orgogliosa della propria città, e la vicenda rifiuti rappresenta per tanti un inspiegabile arretramento - commenta Federconsumatori - La prima cosa che va detta è che non si può tornare indietro; non si può tornare semplicemente alla situazione precedente. Non può essere disperso il lavoro fatto, i miglioramenti introdotti in questi mesi in materia di percentuali di differenziata. Ma nemmeno, lo diciamo con chiarezza, è possibile continuare così. Vanno quindi introdotti cambiamenti significativi, non necessariamente rivoluzionari, che vadano nella direzione di risolvere i problemi e di recuperare contestualmente il rapporto coi modenesi. Per far questo è utile, ma non certo esaustivo, approfondire quanto accaduto nelle realtà più virtuose, assimilabili a Modena. In Emilia-Romagna il Comune capoluogo di provincia con la migliore performance nella differenziata (dati luglio 2023) è Ferrara, con l’87,6%, seguita da Reggio Emilia, con l’82,8%, Forlì con l’81,7%, Parma con l’80,9%, Piacenza con il 71,8%, Ravenna con il 67,4%, Rimini con il 66,5%, Bologna con il 63,2% e, fanalino di coda, Modena con il 61%. E’ importante esaminare una realtà dove l’innovazione in materia di raccolta rifiuti ha funzionato, non per copiarla pedissequamente, ma per valutare in quale direzione debba procedere Modena nei prossimi mesi. Perché noi riteniamo che una direzione vada rapidamente presa, se si vuole recuperare il rapporto coi cittadini".

"Nei dodici mesi tra una indagine e l’altra Federconsumatori non è mai intervenuta su questo tema, nonostante le proteste che giungevano ai nostri centralini. Siamo stati coerenti con il giudizio positivo da noi espresso, con diverse osservazioni, a settembre 2022. Abbiamo atteso che la situazione si consolidasse e abbiamo lavorato all’indagine che qui vi presentiamo. L’esito è netto, e dovrebbe preoccupare tutti: l’Amministrazione, i Partiti, Hera, l’associazionismo, i cittadini".

"C'è stato un errore evidente da parte di Comune ed Hera - commenta Marzio Govoni, presidente dell'associazione - Su un tema così rilevante non c'è stato quello che noi definiamo un 'progetto di comunità'. Non c'è stato nessun tentativo di migliorare l'approccio con una larga partecipazione della città". 

"I modenesi esagerano - ha aggiunto - Si esprimono non sulla realtà, ma sull'enorme peggioramento. Altrimenti questi numeri non si spiegano. Noi però non crediamo che il tempo sia una soluzione, come invece vuole una certa vulgata sulla "normalizzazione" sel servizio. Occorre agire e si deve fare subito. Ese  saranno introdotti cambiamenti questi dovranno essere accompagnati da una innovativa modalità di partecipazione delle associazioni (ambientaliste, dei consumatori, sindacali, del terzo settore). Pensiamo ad un organismo che verifichi gli esiti dello sforzo generale per far crescere la differenziata a Modena, anche in riferimento a quanto accade e accadrà sul fronte termovalorizzatore, il cui superamento entro il 2034, senza ambiguità, deve essere riportato al centro di ogni discussione. Uno dei temi sui quali questo soggetto potrebbe essere coinvolto è quello, centrale, delle modalità di passaggio alla tariffazione puntuale, una delle richieste più forti avanzate dai modenesi. Tempi, modi, aspetti economici meritano un approccio non limitato al Consiglio comunale, le cui funzioni restano ovviamente centrali".

Chi volesse prendere visione del'intera indagine può scaricarla QUI.

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