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Cronaca

Misteri Modenesi | L'enigma sulla Pala Grossi, la profezia nascosta nel dipinto

Una delle opere artistiche più misteriose del Rinascimento si trova a Modena. La Pala Grossi non solo nasconde tutt'ora il nome del suo artista, ma sembra contenere una profezia che presenta un paradosso storico

Modena nasconde varie opere artistiche enigmatiche, una di queste è la Pala Grossi che da oggi è in esposizione alla Galleria Estense. Il dipinto a tempera raffigura la Madonna col Bambino in trono e i santi Sebastiano, Gioacchino, Anna, Francesco e Chiara che la circondano e portano omaggio al Cristo. Numerosi sono le opere artistiche con questo contenuto, e infatti fin qui nulla di misterioso, tranne che la Pala porta il nome di "Grossi" non per ricordare l'artista, ma per indicare l'ultimo privato che ne fu proprietario, perché il mistero avvolge proprio il pittore, un anonimo dal grande talento.

Bisogna pensare che all'epoca, nel Quattrocento, i maestri d'arte vivevano la loro attività immersi in un egocentrismo artistico esaltato dai loro mecenati o committenti. Basti pensare al confronto artistico del 1503 che vide sfidarsi a Firenze i tre grandi geni, Michelangelo e Leonardo da Vinci, per fare il dipinto più geniale su una storica battaglia. Perciò è strano che un'opera di epoca rinascimentale non riporti la firma o non vi siano documenti relativi all'indicazione dell'autore. 

Da cui sorge il mistero sulla "Pala Grossi" conosciuta anche come "Madonna con Bambino in trono tra i santi Gioacchino, Anna, Sebastiano, Francesco e Chiara”. L'opera è stata fino al 2009 ad un privato e gli studiosi hanno iniziato a studiarla solo dal 2010, per scoprire l'identità dell'autore, ma anche dell'identità dei personaggi. Infatti sembra che San Gioacchino, il padre della Vergine Maria, sia molto più simile ad un altro santo, pochi lo sanno ma Modena ha un compatrono che si chiama Omobono. 

Se questa ipotesi venisse confermata ci troveremmo davanti ad un paradosso storico, perché da un lato l'opera è del Quattrocento, ma San Omobono, seppur vissuto nel XII secolo è divenuto co-patrono di Modena solo nel 1698. Come faceva l'autore a sapere che sarebbe diventato co-patrono oppure fu inserito solo per caso? Ma soprattutto chi fu l'autore dell'opera?

Durante i restauri del 2005 e del 2006 sono venute alla luce alcune tecniche pittoriche peculiari del territorio di Parma e Reggio Emilia, per questo si pensa che questo sia il territorio di origine dell'artista, ma nessun documento lo conferma. Alcune narrazioni popolari riportano che il dipinto un tempo fece parte della Confraternita di Reggio e si trovava nell'oratorio, e che in un secondo momento passò alla famiglia del conte Nicola Tacconi. Partendo da questa teoria si ipotizza che la datazione dell'opera oscilli dal 1475 al 1500, ma il mistero continua. 

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