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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Fratelli Rosselli / Via dei Manzini

Omicidio in via dei Manzini, ascoltati i testimoni. La difesa: "Fu una tragica fatalità"

Continua il processo che vede imputato Carlo Evangelisti, il 50enne che nel dicembre di due anni fa uccise la madre Milena Calanchi, 71 anni

Una quotidianità difficile, estremamente litigiosa. Due persone, madre e figlio, con forti problematicità, che condividevano un appartamento immerso nel caos, quasi a fare da specchio del loro disagio emotivo. E' questa la fotografia che è emersa dall'udienza di oggi del processo che vede imputato Carlo Evangelisti, 50anni, per l'omicidio della madre 71enne Milena Calanchi avvenuto poco meno di due anni fa in via dei Manzini, a Modena.

Nelle oltre sei ore di udienza in Corte d'Assise, si sono susseguite numerose testimonianze, in primis dei vicini di casa. Tre i vicini che hanno fornito prove, anche audio, delle continue liti tra madre e figlio, per le quali avevano chiamato la Polizia ben 40 volte. Liti che fino a quel giorno erano state solamente verbali, con urla e offese reciproche anche pesanti.

Il rapporto burrascoso tra i due affondava le radici in una complessa situazione familiare. Un'involuzione iniziata con un grave incidente di Evangelisti e proseguita con la sua separazione dalla compagna prima e con la morte del padre poi. Per questa condizione di profonda difficoltà, la madre era entrata in depressione e il figlio si era rifugiato nell'alcol.  

La mattina del 16 novembre, l'ennesima lite, poi la tragedia. Se per la pubblica accusa si sarebbe trattato di un gesto volontario, secondo la ricostruzione fornita dalla difesa, sostenuta in aula dall'Avv. Roberto Ghini, la morte di Milena Calanchi sarebbe dovuta ad una "tragica fatalità". Il figlio, in un momento di pesante ubriachezza, le sarebbe accidentalmente caduto addosso, comprimendole la gabbia toracica ed impedendole così di respirare, ed il corpo già debole della donna non avrebbe retto. 

Per chiarire se si sia trattato di una caduta accidentale o di una compressione volontaria, oltre agli esiti delle perizie medico-legali che verranno esaminati nelle prossime udienze, potrebbe essere chiave la testimonianza fornita oggi dall'amico di Evangelisti al quale lo stesso, nell'immediatezza dell'accaduto, avrebbe confidato - esprimendosi in dialetto - di essere "caduto sopra alla madre".

In aula, oltre ai vicini e all'amico, anche gli agenti di Polizia che intervennero la mattina del delitto su segnalazione dell'amico stesso, ai quali Evangelisti confessò subito l'accaduto. Presenti infine anche due ex fidanzate dell'imputato, compresa l'ex compagna alla quale l'imputato dovette lasciare la casa prima di fare rientro nell'abitazione familiare.

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