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Cronaca

Delitto del Novi Sad, Moahmmad era arrivato a Modena da 4 mesi. Comunità sotto shock

Il 16enne pakistano alloggiava al San Filippo Neri, nell'ambito del progetto di accoglienza dei minori non accompagnati. "Un ragazzo riservato ma determinato"

Si chiamava Moahmmad Arham il ragazzo di appena 16 anni che venerdì pomeriggio ha perso la vita in seguito ad una serie di coltellate che lo hanno raggiunto in particolare all'addome e al torace. La giovanissima vittima della violenta rissa scoppiata tra ragazzi pakistani nel verde del parco Novi Sad si trovava a Modena da poche settimane e condivideva con altri connazionali l'esperienza del percorso di accoglienza riservato ai minori stranieri non accompagnati (Msna).

L'adolescente era entrato presso la comunità di accoglienza del San Filippo Neri, che divide con tanti altri giovani gli spazi dell'ostello San Filippo Neri gestiti dall'omonima Fondazione, nei primi giorni di dicembre, unendosi alla ventina di Mnsa che alloggia in via Sant'Orsola. Lo aveva fatto dopo essersi sobbarcato un lungo e pericoloso viaggio attraverso due continenti per raggiungere l'Italia, sempre via terra. Lo aveva fatto - secondo quanto riferito dall'educatrice che lo seguiva - mosso dalla volontà di aiutare la propria famiglia in patria.

"Un temperamento riservato ma determinato, comune un po' a tanti ragazzi che arrivano nella nostra città - ha spiegato la direttrice della comunità, Eva Ferri - Benchè fosse arrivato da poche settimane si era inserito in modo adeguato e si era fatto conoscere come un ragazzo rispettoso delle regole".

VIDEO | La rissa con bastoni e coltelli al Novi Sad ripresa dai testimoni

La sua fine drammatica ha inevitabilmente puntato i riflettori sul sistema dell'accoglienza e sul tema dei Msna, che da anni rappresenta un problema quotidiano per Modena chiamata a far fronte a numeri talvolta ingestibili.

"I minorenni ospitati nella struttura seguono percorsi mirati di apprendimento della lingua ed inserimento nel contesto sociale locale - ha aggiunto Ferri - Era stato attivato per il ragazzo un percorso simile a quello proposto a tanti minori che arrivano in città: si tratta di percorsi di accoglienza volti a favorire l'acquisizione di competenze di autonomia e di integrazione, affinché possano sulla base del loro caratteristiche inserirsi in modo costruttivo e positivo all'interno del contesto locale".

Quanto accaduto a Moahmmad ha ovviamente segnato profondamente la comunità e i suoi responsabili. Saranno le indagini dei Carabinieri a fare luce sul ruolo avuto dagli altri giovani pakistani coinvolti nella vicenda, in attesa che vengano identificati con certezza e rintracciati coloro che hanno aggredito il 16enne coltello alla mano. Senza dimenticare il 22enne ancora ricoverato in Terapia intensiva e gli altri che hanno riportato lesioni di minore gravità partecipando alla colluttazione.

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