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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Storie di sport | Un giovane amputato nel campionato adulti di Calcio 7

Francesco Messori, giovane capitano della Nazionale Amputati, scende in campo per la prima volta in un campionato di adulti normodotati: appuntamento a mercoledì 7 ottobre alle ore 21, nella gara tra Virtus Mandrio e GS Artiglio 

Con l’inizio dei campionati di calcio a sette del Csi Modena arriva anche una notizia destinata a lasciare il segno: nella Virtus Mandrio, squadra reggiana iscritta al campionato di calcio a sette Basic League girone F della provincia Modena, giocherà anche Francesco Messori, capitano della Nazionale Amputati a soli diciassette anni. 

Avendo a disposizione un’autorizzazione in deroga al regolamento del Csi nazionale, il giovane potrà quindi scendere in campo per la prima volta in un campionato di adulti normodotati. Dopo l’esperienza nel campionato giovanile a 11 del comitato provinciale Csi di Reggio Emilia, Francesco ha scelto il calcio a sette che è la sua disciplina (la nazionale amputati della quale è capitano gioca a sette), senza il timore di incontrare sul suo cammino calciatori amatoriali: “Abbiamo acconsentito a questa scelta – spiega Paolo Zarzana, responsabile della commissione calcio Csi Modena e viceallenatore della nazionale italiana amputati – perché permette di dare un segnale forte. 

La presenza di Francesco in un campionato adulti, per quanto amatoriale sia, è un segnale per Francesco ma è un segnale anche per chi gli starà di fronte, è un segnale per tutti noi. Anche alcune squadre professionistiche si sono già mosse per sostenerci in questo senso, e per noi significa aver fatto le scelte giuste. Se qualche anno fa mi avessero chiesto come vedevo realizzato il progetto “Disabili e sport”, avrei risposto così, sapendo che la strada da fare sarebbe stata tanta. L’abbiamo fatta, tutti insieme, ed ora possiamo continuare con i nostri progetti dedicati allo sport e ai disabili sapendo che Francesco è il nostro primo testimonial”. 

INTERVISTA A FRANCESCO MESSORI

A che età hai iniziato a giocare? “Quando avevo circa 9 anni”.

Cosa significa giocare in un campionato accanto a ragazzi normodotati? “Sicuramente non è come giocare in Nazionale, dove il confronto è alla pari. Qui devi cercare di sprecare meno palle possibili, perché non posso fare conto sulla mia velocità, rispetto a quelli con due gambe, quindi il recupero della palla, diventerebbe più difficoltoso, se non impossibile”.

Cosa ti dicono i tuoi compagni? “Mi sono integrato bene con loro e mi apprezzano per il mio impegno”.

Hai mai avuto paura? “A volte ho paura dei contrasti di gioco quando trovo avversari, fisicamente più forti, ma ci si fa l’abitudine”.

Cosa significa per un ragazzo che vive la tua condizione fisica poter disputare questo campionato? “Credo che sia un privilegio, un’occasione in più. Sono emozionato”. 

La tua famiglia cosa dice? “Come sempre mia madre è quella più appassionata. Mio padre, invece, ha altri interessi, ma sono comunque felici entrambi perché mi vedono soddisfatto”.

Cosa vuoi dire ai ragazzi che vivono la tua stessa condizione fisica? “Vorrei dire loro che, se amano praticare un certo sport, di coltivarlo e di impegnarsi al massimo per raggiungere i loro obiettivi”.

Diverso, invece, è il significato della Nazionale Amputati: ce ne parli? “Bisognerebbe riempire pagine per parlare della nazionale. Nel dicembre 2011 il presidente del Centro Sportivo Italiano Massimo Achini mi diede la deroga per giocare insieme ai normodotati, poco dopo ho creato un gruppo su Facebook per reclutare altri ragazzi con il mio stesso problema ma con la stessa voglia di giocare a calcio. Nel dicembre 2012 il Csi presenta la prima Nazionale di Calcio Amputati. Da allora ad oggi, abbiamo disputato diverse amichevoli internazionali e perfino un Mondiale in Messico e la strada è ancora lunga. In breve dico che, confrontarsi con quelli alla pari, è un grande vantaggio, inoltre è un calcio a tutti gli effetti e in alcuni casi anche più spettacolare del calcio dei normodotati, in quanto sulle stampelle si possono compiere gesti tecnici sublimi”.

Squadra del cuore? “Barcellona”.

Qual è il tuo sogno da giocatore? “Diventare un giocatore professionista. In Turchia, per esempio, esiste un campionato a 24 squadre in cui i giocatori sono professionisti, lo fanno di mestiere”.

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