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L'indagine | Inverno duro e "più freddo" per 6 modenesi su 10. E tanti tagliano le spese extra

I costi energetici dell'ultimo invero hanno costretto le famiglie a risparmi forzati e rinunce. Ma con un occhio attento al'efficientamento. I numeri dell'indagine di Federconsumatori

Come è trascorso il "lungo inverno" delle bollette esorbitanti? Come hanno affrontato i modenesi l'aumento smisurato dei costi energetici, esplosi nel corso del 2022? A termosifoni finalmente spenti, a rispondere a queste domande ha provato Federcosumatori Modena, svolgendo una meritevole indagine sul comportamento dei cittadini e delle famiglie modenesi nel corso dell’inverno 2022/23, particolarmente concentrata sulle strategie adottate per ridurre consumi e costi energetici in un quadro di crisi economica.

Sono stati ben 2420 i cittadini e le cittadine che hanno compilato il questionario proposto dall'associazione: un campione statisticamente rilevante, tenuto conto del bacino al quale l’indagine è stata proposta. Il quadro che ne esce non è particolarmente consolante, specie sul fronte delle rinunce operate nei mesi scorsi per poter far quadrare i bilanci famigliari. BIlanci che purtroppo sono bersagliati da più parti, in un quadro certamente poco rassicurante anche per una realtò come quella modenese dove il livello di benessere è sicuramente iù elevato che in tanti altri angoli del paese.

Le strategie per arginare i costi

La previsione della variazione della spesa sostenuta nell’inverno 2022/23, rispetto a quello precedente, conferma le previsioni effettuate in autunno. Il 15,3% indica un incremento compreso fra il 16 e il 20%. Il 18,9% indica invece un incremento superiore al 50%. Il 18,7% dei rispondenti indica variazioni superiori al 60%. Il 15% indica previsioni di incrementi superiori all’80% e il 13% si attende il raddoppio delle spese rispetto allo scorso inverno.

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Di fronte a questi numeri è chiaro che moltissimi cittadini hanno messo in campo una o più strategie per il contenimento e la riduzione dei consumi energetici. Due modalità principali. Gli intervistati hanno agito riducendo la temperatura media dell’abitazione (59% dei casi) e diminuendo le ore di accensione dell’impianto di riscaldamento (47,4% dei casi).

Ulteriori accorgimenti utilizzati sono stati: arieggiare la casa solo nelle ore più calde (27,8%), modificare la programmazione del cronotermostato (26,9%), mantenere chiuse le porte di stanze non utilizzate e non riscaldate (26,6%), l’apertura di tende e tapparelle/scuri nelle ore di sole (21,4%), l’eliminazione dell’aria dei radiatori dei termosifoni per mantenerli efficienti (20,8%), la selezione di cibi con un minore tempo di cottura e privilegiando tecniche di cottura di tipo rapido (14,3%) e l’eliminazione ostacoli fisici in prossimità del termosifoni/radiatori/termoconvettori (12,9%).

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Tanti tagli per tenere in vita il bilancio famigliare

Estremamente chiare sono state le risposte alla domanda sugli effetti, nel bilancio personale o familiare, dell’incremento dei costi energetici. Il 75% dei rispondenti ha dichiarato di aver ridotto in modo rilevante le spese per abbigliamento. Una percentuale che sfiora l’80% nelle fasce d’età più elevate, ma che scende al 69% per gli under35. Se l’abbigliamento è stato il settore più colpito dalla contrazione generale dei redditi, a poca distanza si classifica un settore che ha prodotto incrementi di prezzo molto forti: la ristorazione. Il 64% ha risposto di aver ridotto la frequentazione di ristoranti e pizzerie; tra questi il 18% ha rinunciato completamente a frequentare i locali della nostra provincia.

Più distante la contrazione nei consumi nei bar, che ha riguardato il 34% dei rispondenti, mentre la metà, il 51%, dichiara di aver ridotto in questa fase viaggi e vacanze, ma con la metà di questi che, per il momento, dichiara di aver rinunciato del tutto a mare e montagna. Il 40% ha ridotto o eliminato l’acquisto di alcune tipologie di prodotti alimentari, dato confermato dalla diminuzione del volume del venduto nella grande distribuzione, e dalla ulteriore crescita della quota di mercato dei Discount. Attorno al 30% si attesta la quota di coloro che hanno rinunciato all’attività fisica a pagamento, a teatri, cinema e mostre e agli abbonamenti a piattaforme streaming e alle pay tv. Nelle differenze anagrafiche va segnalato che i giovani sono quelli che hanno contenuto di più i consumi al ristorante, e di meno le spese per l’abbigliamento.

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VIDEO | Indagine Federconsumatori sul caro-energia: "Soglia di povertà si sta alzando"

Un occhio attento al risparmio energetico

Gli ultimi anni, aldilà dell'aumento delle bollette, sono stati 'occasione per effettuare molti lavori nelle abitazioni per risparmiare sul medio e lungo periodo. Prendendo a riferimento un arco temporale di cinque anni sono in buon numero coloro che hanno realizzato interventi di efficientamento energetico: il 65% ha sostituito la caldaia, il 50% ha acquistato nuovi infissi, il 44% ha installato lampadine a led, il 34% ha collocato valvole termostatiche, il 30% ha installato una pompa di calore, il 25% ha fatto realizzare un isolamento a cappotto. Numeri importanti, in alcuni casi superiori alle attese.

L’81% dei cittadini ha indicato la caldaia a gas come principale sorgente di calore utilizzata durante l’inverno 2022/23, mentre il 18% ha indicato il condizionatore con pompa di calore, probabilmente un dato in forte crescita. Sorprendentemente precise le informazioni in possesso delle famiglie circa i consumi degli elettrodomestici, con una larga maggioranza che dichiara di avere a disposizione lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie di elevata classe di efficienza energetica. Larga anche la diffusione di lampade a basso consumo, adottate dal 59% del campione, mentre cresce l’abitudine a spegnere TV e computer, senza lasciarli in stand-by. 

Il mercato del'energia, una giungla presente e futura

A Modena il Mercato di tutela riguarda appena il 21% delle utenze Gas e il 22% delle utenze luce. Si tratta di numeri diversi in modo importante da quelli nazionali, ma anche rispetto alla limitrofa provincia di Reggio Emilia, dove il Mercato di tutela riguarda il 31% delle utenze Gas ed il 29% di quelle Luce. "Una anomalia modenese, che vede la nostra provincia in vetta alle classifiche nazionali, che va spiegata anche con la fortissima iniziativa commerciale prodotta nel tempo da Hera e Aimag, rispetto ai propri clienti nel mercato tutelato", spiega il presidente di Federconsumatori Marzio Govoni.

Molto interessante quindi il capitolo sul rapporto dei cittadini con il proprio gestore e con altre aziende del settore. Il 10% dichiara di aver chiesto la rateizzazione delle bollette, un numero in fortissima crescita in un territorio dove i due principali gestori, Hera e Aimag, hanno definito accordi migliorativi con le Associazioni dei consumatori. Pesante come previsto il dato del marketing telefonico: il 76% ha ricevuto negli anni proposte di cambio contrattuale al telefono. Più sorprendente il numero di chi ha accettato la proposta, anche se riferito agli ultimi cinque anni: il 18% dei rispondenti ha modificato il proprio gestore sulla base di proposte fatte telefonicamente. In un periodo più ristretto il 27% di chi ha risposto si è attivato per cambiare gestore; una piccola parte ha deciso di rientrare nel Mercato tutelato, tre volte di più coloro che sono passati dal Mercato tutelato al Mercato libero. 

"Oggi il Mercato dell’Energia non ha sufficienti tutele per i cittadini; sono troppe le complessità e troppe le “trappole”. Circa un quarto dei cittadini non è in grado di dire se ha un contratto nel Mercato tutelato o in quello libero; la maggior parte non conosce i costi unitari sostenuti per gas e luce. L’85% non sa, o non conosce gli effetti del superamento del Mercato tutelato, il prossimo 10 gennaio 2024- sottolinea Federconsumatori - Un passaggio che riguarderà probabilmente 50.000 nuclei familiari in provincia, e del quale si parla pochissimo. Nuclei familiari che, se non orientati, potrebbero restare vittime delle peggiori forme di marketing, o precipitare in un mercato di risulta, con il rischio di dover sostenere maggiori costi. Proprio quello della conoscenza, dell’informazione, del divario digitale, è il tema rimosso da molte analisi; oggi le famiglie ed i cittadini non hanno strumenti sufficienti per navigare fruttuosamente nel Mercato libero, perché quel mercato non è costruito per loro, ma per le imprese del settore. Imprese che hanno incrementato in modo fortissimo i propri utili, proprio in corrispondenza del momento più difficile per i propri clienti".

Chi fosse interessato a consultare i risultati completi dell'indagine, può farlo scaricandola QUI.

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