Folklore modenese | I 10 verbi tipici utilizzati (quasi) esclusivamente a Modena (parte II)
Dopo il successo della prima selezione, ecco un nuovo elenco di espressioni verbali derivanti dal dialetto modenese utilizzate in città e in poche altre parti d'Emilia
Spesso di derivazione dialettale, i verbi tipici del lessico e del parlato quotidiano modenese (e perlopiù sconosciuti ad altre città) sono tantissimi. Ecco una seconda selezione di quelli più utilizzati e conosciuti.
ZIGARE. Dal dialetto zighèr, siginifica "piangere".
TELARE. Fuggire, darsela a gambe, cessare di fare qualcosa improvvisamente dileguandosi in un batter d'occhio. Esempio: "Addio! Io me la telo" - espressione utilizzata anche in altre zone d'Emilia.
STRICCARE. Dal dialetto strichèr, significa "stringere" o "spremere".
SPIGOZZARE. Dal dialetto spiguzèr, significa "addormentarsi" ma ha una sfumatura di significato particolare. Il verbo si usa per indicare una persona che si addormenta mentre è seduta e, allo stesso tempo, tende a ciondolare in avanti il capo per via della stanchezza.
SGUGNARE. Dal dialetto sgugnèr, significa "pedalare con foga e fatica".
PACIUGARE. Dal dialetto paciughèr o spaciughèr, indica l'atto di creare pasticci, un lavoro eseguito in modo maldestro. E' un verbo utilizzato in altre zone d'Emilia.
LUGARE. Dal dialetto lughèr, significa "nascondere".
IMBARBAGLIARSI. Dal dialetto imbarbaièr(e)s, significa "abbagliarsi gli occhi".
GNICCARE. Dal dialetto gnichèr, ha due principali significati: "scricchiolare" oppure "morire".
CAMPANARE. Dal dialetto campanèr, significa "capire". Esempio: "mio fratello non campana niente!".
E se vi siete persi la prima parte, potete recuperarla qui.