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Modena in B, Rivetti: "Siamo qui per rimanere a lungo, temo i salti mortali"

Parla già di programmazione il presidente Rivetti che predica ora la calma e ringrazia Sghedoni

Ieri sera, davanti a tutto lo stadio, il presidente Rivetti aveva annunciato che già da questa mattina si sarebbe programmato il futuro. Questa mattina il Presidente è apparso emozionato e felice quando ha cominciato a parlare del futuro: “Quello che conta sono i tempi, abbiamo ancora molto da costruire come società, dobbiamo strutturarci, temo i salti mortali quindi con serietà ci siederemo per fare una programmazione seria. Voglio fare un buon campionato, credo che quest’anno sia stata fatta la storia per come è nata tutta questa vicenda, con le difficoltà delle prime partite e gruppo che si doveva creare e compattare, cosa che è riuscita in modo notevole. Per il futuro ci penseremo, poi è ovvio che cercheremo di ottenere risultati migliori, ma a me piace anche la forma con cui si ottengono i risultati. Abbiamo fatto un grande campionato e spero lo faremo anche l’anno prossimo ma l’obiettivo lo fisseremo dopo aver programmato, perché se spendo la parola devono conseguire i fatti. Mi piace la concretezza. Ci siederemo con Vaira, Tesser e mio figlio Matteo e programmeremo il futuro, c’è ancora molto da costruire, ma siamo qui per rimanere per lungo tempo e per costruire una squadra degna di questa città, dei nostri tifosi e di tutti noi”.

E’ stata una stagione trionfale, ma in qualche momento la preoccupazione è uscita: “Nelle ultime partite sembrava ci fosse il famoso ‘braccino’, la paura di vincere, e mi sono un po’ preoccupato; poi ho guardato i ragazzi negli occhi giovedì e ho visto che erano senza paura. Ieri quando sono arrivati col pullman ho visto gli occhi della vittoria ed ero tranquillo. Sarebbe stato triste arrivare secondi ma avevamo anche consapevolezza di avere un avversario molto forte. Sapevamo di aver costruito un gruppo vincente e fare 88 punti non è frutto di fortuna o caso, ma di lavoro serio fatto in questi dieci mesi per ottenere quello che avevamo dichiarato all’inizio e ce l’abbiamo fatta. Devo ancora prendere piena consapevolezza di ciò che abbiamo fatto”.

Se c’è stato uno spartiacque, per Rivetti non ci sono dubbi: “Per me la chiave è stata la partita a Reggio, perché quel pareggio ci ha dato ancora di più la consapevolezza ed è stata una svolta. Poi c’è stato un segno del destino, quando è uscito un raggio di sole dopo il cataclisma d’acqua ed è successo quello che io non avevo mai visto ed è stato forse un segno che eravamo predestinati a partorire qualcosa di speciale (si riferisce al gol di Gagno ndr)”.

Infine Carlo Rivetti ha voluto dare merito anche alla ex proprietà: “Vorrei ringraziare quel galantuomo di Romano Sghedoni, senza di lui non sarei stato qui con voi oggi a festeggiare. Avevamo trovato l’accordo tanto tempo prima e questo ci ha permesso di lavorare per tempo e anzi anticipando, quindi a lui va la riconoscenza della famiglia Rivetti”. Conclude poi con una risata quando chiosa: “Avrei anche un appello da fare perché mio figlio ieri sera ha perso il portafogli, non ci sono soldi dentro, se qualcuno dovesse trovarlo per piacere ce lo riporti”.

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